Economia

Camera di Commercio: “Il reddito medio annuo delle famiglie savonesi sta diminuendo”

Savona - Camera di Commercio

Savona. Nei primi nove mesi del 2011 la dinamica dell’attività economica in Liguria si è mantenuta lenta e incerta: gli investimenti industriali si sono ridotti rispetto ai programmi formulati a inizio anno; l’attività del settore edilizio è rimasta debole; il comparto commerciale risente del rallentamento della spesa delle famiglie.

Un quadro negativo, quello che emerge dai dati contenuti nel rapporto “Economia in Liguria 2011” presentato questo pomeriggio a Palazzo Lamba Doria dalla sede di Genova della Banca d’Italia.

Ed è un quadro che trova conferma, a livello provinciale, nei trend e nei numeri diffusi dalla Camera di Commercio di Savona. “L’attuale minore produzione di ricchezza – ha sottolineato il presidente camerale Luciano Pasquale introducendo l’incontro – impedisce che il patrimonio delle famiglie savonesi possa essere alimentato: le stime del 2009 indicano che si tratta di un patrimonio costituito per il 64% da fabbricati e terreni e per il restante 36% da attività finanziarie, per un valore medio pari a 442 mila euro per famiglia contro una media nazionale di 377 mila euro”.

“Il reddito medio annuo delle famiglie savonesi – ha aggiunto Pasquale – sta diminuendo: si stima che sia sceso dai  38.678 euro del 2008 (per nucleo famigliare composto da 2 persone)  ai 38.110 del 2009, con un calo del 4,6%. La controprova giunge dai dati più attuali del credito bancario, che delineano una situazione in peggioramento: nei primi sette mesi del 2011 l’indebitamento delle famiglie è aumentato del 3,1%, salendo da 2.356 a 2.429 milioni di euro. E nello stesso periodo sono aumentate anche le sofferenze, da 66,7 a 76,5 milioni di euro, con un aumento del 14,7%. Con il rischio di innescare un problema sociale”.

“Anche perché – ha osservato il direttore della Sede di Genova della Banca d’Italia, Letizia Radoni -, malgrado i livelli occupazionali siano risaliti, la maggiore diffusione di forme contrattuali flessibili e l’ampio ricorso alla Cassa integrazione indicano il persistere di tensioni sul mercato del lavoro. C’è stata, è vero, una modesta crescita dei finanziamenti alle imprese, più che altro dovuta ad alcune operazioni straordinarie, ma quelli alle famiglie hanno rallentato, per la decelerazione nella domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni”.

Lo scenario, aggiornato, dell’economia reale ligure è stato delineato dagli interventi di Alessandro Fabbrini ed Enrico Beretta, dell’Ufficio Analisi e Ricerca Economica Territoriale della sede genovese di Banca d’Italia. Ordini e produzione dell’industria – hanno osservato, sulla base di dati Istat -, dopo un biennio di lenta crescita, si sono stabilizzati su livelli ancora inferiori a quelli precedenti la crisi.

Il sondaggio della Banca d’Italia presso le aziende industriali con almeno 20 addetti segnala per i primi nove mesi dell’anno un aumento del fatturato, ma le prospettive a breve sono caratterizzate da una diffusa incertezza, con una revisione al ribasso dei piani di investimento formulati a inizio 2011. L’attività del comparto edile è rimasta debole, le compravendite immobiliari si sono ridotte del 5%, con prezzi in lieve calo in termini reali.

I traffici mercantili presso i porti liguri sono aumentati dell’1,3%; la crescita del movimento di container (4,9%) è stata tuttavia inferiore a quella dei principali porti concorrenti europei. Il commercio al dettaglio ha risentito del rallentamento della spesa delle famiglie. Nel comparto turistico gli esercizi ricettivi hanno registrato una crescita delle presenze (1,5%), grazie alle province di Genova e La Spezia e al buon andamento della componente estera.

Sul mercato del lavoro gli occupati sono saliti dell’1,7%,  ma con una crescente diffusione di forme contrattuali flessibili, ed è tuttora ampio il ricorso alla Cassa integrazione, a causa dell’incremento degli interventi straordinari per crisi di impresa. Il tasso di disoccupazione misurato dall’Istat è calato al 5,5%.

In questa situazione,  a fine giugno il credito erogato dalle banche e dalle società finanziarie alle imprese risultava aumentato del 2,3% su base annuale. Al netto di operazioni straordinarie di riorganizzazione societaria, tuttavia, i finanziamenti sarebbero rimasti sostanzialmente stabili: tra i principali settori, alla crescita del credito nei confronti delle costruzioni si è contrapposto il ristagno di quello verso industria e servizi.

I tassi medi applicati alle imprese sono passati dal 5,9% al 6,1% sul breve termine e dal 3,5% al 3,8% sui nuovi finanziamenti a medio e a lungo termine. I prestiti alle famiglie consumatrici da parte di intermediari bancari e finanziari sono aumentati del 3,6%, a fronte del 4,9% del dicembre precedente. Hanno continuato ad aumentare i mutui per l’acquisto di abitazioni e le aperture di credito in conto corrente; il credito al consumo è rimasto stabile. I tassi di interesse sui nuovi mutui sono saliti dal 3,0 al 3,2%.

La qualità del credito è migliorata, con un calo degli ingressi in sofferenza dall’1,6 all’1,3%: per le imprese è però cresciuta l’incidenza delle posizioni in temporanea difficoltà o ristrutturate. Nei dodici mesi terminanti a giugno i depositi bancari di famiglie e imprese sono scesi dello 0,9%. Dati, in conclusione, ancora tutti in chiaroscuro, da leggere, oggi, con una prospettiva diversa, che deve confrontarsi con le tempeste estive e autunnali dell’Eurozona.