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Diga, ok al piano di emergenza ma manca il sistema d’allarme

Osiglia lago

Osiglia. Manca ancora il sistema d’allarme, quello che più di tutto metterebbe in allerta gli abitanti delle zone a valle, ma il piano provinciale di emergenza per la diga di Osiglia è stato adottato con firma congiunta del prefetto Claudio Sammartino e del presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza. Un atto fondamentale che vedrà un’ulteriore implementazione sul versante della sicurezza, con un sistema radio che il progetto già predispone, ma non dettaglia, per avvisare i residenti interessati di potenziali e scongiurabili pericoli.

Per ora il piano tecnico di emergenza è stato approvato da un gruppo composto, oltre che dall’ente provinciale, dai Comuni di Cengio, Millesimo, Osiglia e Roccavignale, dalle forze dell’ordine, dai vigili del fuoco, dall’Ufficio Tecnico per le Dighe di Torino, dall’Arpal, dal Servizio 118, dalle società Rfi e Trenitalia, da Autostrada Torino–Savona, dall’Associazione Radioamatori Italiani, dalle strutture del volontariato di Protezione civile, e dal gestore dell’impianto Tirreno Power Spa.

“Valuto positivamente questo piano e ringrazio in particolar modo la Prefettura, che ha coordinato il gruppo di lavoro – commenta Mauro Righello, sindaco di Millesimo e consigliere provinciale – E’ stato lungo il processo di gestazione, ma alla fine si è giunti all’adozione di questo piano per la diga. Ora ci si impegni immediatamente, come già da tempo sollecitato, sulla definizione del sistema e del protocollo d’allarme, essenziale per l’avviso degli abitanti a valle, perché anche nell’improbabile e remotissima eventualità di cedimento gli amministratori hanno il compito di valutare ogni scenario, quali tutori della pubblica incolumità”.

Segnali di preoccupazione più intensi da parte del sindaco di Osiglia, Paola Scarzella, soprattutto sul versante ecomico: “Sono rimasta perplessa sull’atto firmato stamane, perché è assolutamente manchevole di una parte fondamentale, soprattutto negli aspetti economici. Non è ultimato, in sostanza. Un plauso sincero alla Prefettura e agli enti coinvolti per essere arrivati a questa prima definizione, in particolare del piano di evacuazione. Ma ad essere assente è l’aspetto che riguarda l’allarmistica, così importante e delicato, senza contare che non si sa ancora chi ne affronterà i costi. Non ci sono ancora le sirene, né si sa dove e quando verranno posizionate. Capisco che si dovevano alleggerire i tempi di una fase istruttoria così lunga (se ne parla da quando sono diventata primo cittadino). L’unica ditta di Milano che fornisce i servizi per l’allarme in questo settore deve ancora decidere i punti di installazione delle antenne e degli avvisatori, con un preventivo che comprenda anche la manutenzione”.