Economia

Telerobot, Pasa (Fiom-Cgil): “Determinante il coinvolgimento nell”affaire Tirreno Power’”

Pasa cgil

Quiliano. I soliti “ci impegneremo”, “vedremo” e “valuteremo” non bastano più ai 23 lavoratori della Telerobot di Quiliano, e nemmeno ai colleghi del settore metalmeccanico in generale che, dall’inizio dell’anno, in provincia di Savona, hanno visto chiudere 11 aziende e licenziare 400 operai come loro. Gli incontri che si susseguono per ottenere un impegno concreto da parte di rappresentanti istituzionali e amministratori delegati si traduce troppo spesso in un procrastinare che non porta da nessuna parte. E, intanto, la crisi continua a divorare realtà e futuro.

Ieri, nell’ultimo tavolo sulla situazione della Telerobot alla presenza di Regione (hanno partecipato gli assessori Vesco e Guccinelli), Provincia (assessore Garra), Comune di Quiliano e rappresentanti dell’azienda (dottor Corsini e dottorr Calabrò), i sindacati e i 23 lavoratori a rischio hanno ottenuto solo dei timidi spiragli: innanzitutto, l’impegno della Regione a fare da tramite con l’Unione Industriali di Savona per incoraggiare l’inserimento dell’azienda quilianese all’interno di quelle realtà dell’indotto coinvolte nell’ampliamento della Tirreno Power; poi, l’attivazione di ammortizzatori sociali utili a dare respiro ai dipendenti, in particolare l’attivazione di una cassa integrazione starordinaria di 12 mesi alla scadenza di quella prevista fino al primo dicembre, e l’impegno dell’azienda di non chiudere lo stabilimento.

“Il nostro è un giudizio positivo sui propositi, ma è assolutamente negativo per ciò che concerne la gestione dell”affaire Tirreno Power’ – dice Andrea Pasa della Fiom Cgil – Mi spiego: la delibera regionale approvata a giugno specifica che le aziende locali dovranno essere coinvolte nei lavori di ampliamento della centrale vadese in modo da offrire loro nuove opportunità di sviluppo. Ecco, niente di tutto ciò sta accadendo, nessuna impresa savonese dell’indotto è stata coinvolta o contattata in alcun modo, Telerobot compresa. Non vorremmo che, da questa operazione, ci guadagnassero i soliti pochi a danno di molti. Se non ci sarà un ragionamento serio sull’indotto, a breve decine di aziende del nostro territorio chiuderanno”.