Giustenice/Magliolo. I comuni intorno ai mille abitanti sperano di superare quota 1.000 con il censimento della popolazione del prossimo autunno e così uscire dalla mannaia del taglio imposto dalla manovra del governo, che prevede la presenza di uno solo rappresentante istituzionale per quella zona comunale, con il vecchio comune che verrebbe invece inglobato in un altro ente amministrativo. Quindi niente giunta e consiglio comunale, risparmiando su assessori e consiglieri.
Tra questi i comuni di Giustenice e Magliolo. Il primo certo, grazie ai nuovi residenti, di superare la fatidica quota con il prossimo censimento, e Magliolo che non vuole una guerra dei numeri, ma non nasconde le preoccupazioni per le sorti di una manovra che mette a serio rischio il comune della Val Maremola: “E assurdo ed ingiustificato il taglio ai piccoli comuni, ricordo che sindaco e assessori in queste piccole amministrazioni lavorano praticamente gratis, per questo i tagli andrebbero indirizzati altrove, dalle spese parlamentari fino ai consiglieri regionali – dice il sindaco di Magliolo Enrico Lanfranco -. Secondo un calcolo, basterebbe la riduzione del 4% degli stipendi dei consiglieri regionali per annullare il taglio ai piccoli comuni. E’ una manovra poco seria, che va rivista profondamente. Inoltre non dimentichiamo l’azione che le amministrazioni locali svolgono a tutela del territorio e dei servizi per la popolazione”.
“Anzichè i piccoli comuni era meglio razionalizzare le spese e gli sprechi che avvengono nelle grosse amministrazioni comunali – afferma Ivano Rozzi, sindaco di Giustenice -. Un comune di Giustenice mette a bilancio circa 200 mila euro per il personale, cifre irrisorie rispetto al quadro finanziario complessivo. Senza contare i tagli su spese di enti e apparati burocratici inutili, sui quali occorrono sì scelte più coraggiose. Questa manovra è iniziata male e finirà peggio…”.
Quanto alle province, con l’ipotesi di Vaccarezza di unire Savona, Imperia e Cuneo: “Io mi sento ligure… – dice Rozzi -. E se posso fare una battuta in me c’è un pò di sangue emiliano, dal quale la nostra Liguria dovrebbe attingere, quindi perchè non ci allarghiamo a regioni virtuose come l’Emilia Romagna che possono portare nel nostro territorio un vero valore aggiunto…” conclude Rozzi.