Finale Ligure. I Verdi Finalesi tornano alla carica contro il piano di trasformazione urbanistica delle ex cave Ghigliazza. “Il progetto – spiega il portavoce Gabriello Castellazzi – prevede un intervento con sbancamenti per 780.000 metri cubi, di cui 400.000 di pietra del Finale. Questa attività secondi i Verdi si presenta come una riapertura dell’attività di cava, ormai preclusa da anni per intervento della Regione. Risulta inoltre sorprendente la richiesta di destinare al mercato delle costruzioni 200.000 metri cubi di materiale estratto, prevedendo l’utilizzo di materiali importati dall’esterno della cava per i necessari riempimenti, a ulteriore conferma della volontà di riaprire di fatto un’attività di cava, che viene, tra l’altro confermata dall’utilizzo di mine progressivamente disposte ai margini del previsto scavo”.
“Il traffico automobilistico indotto dal nuova insediamento provocherà,secondo il piano presentato, un aumento del 27,1% nella giornata di sabato e del 18,4% in quella di domenica, considerata la somma dei due interventi, Ghigliazza e Piaggio – prosegue Castellazzi – Ci chiediamo come si possa arrivare a simili conclusioni in assenza di un progetto definitivo per l’area Piaggio. Sempre relativamente ai trasporti, il piano ritiene di effettuare collegamenti ‘privati condominiali’ verso Finale Marina senza tenere conto delle esigenze del progetto Piaggio, area attraverso la quale questi servizi privati dovranno transitare”.
“La realizzazione di un numero esorbitante di nuove seconde case si sommerà a quelle prospettate per l’intervento edilizio sulle aree Piaggio e provocherà una pressione antropica, secondo noi, non sostenibile dal territorio – afferma il referente dei Verdi Finalesi – L’area delle ex cave, come la legge prevede per tutte le cave dismesse, dovrebbe essere sistemata in modo corretto sotto il profilo ambientale, a garanzia di questo c’è infatti la fideiussione. In alternativa all’intervento edilizio, secondo i Verdi non compatibile con il territorio, si rinnova la proposta di realizzare una centrale solare di dimensioni ottimali, coinvolgendo nel progetto il premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, che stà realizzando oggi in Spagna lo stesso tipo di impianti”.







