Albenga. “Incontremo l’ambasciatore e il ministro Frattini: i parlamentari, che in questo caso non hanno colore politico, si muoveranno in modo importante per la tutela di Tomaso Bruno”. Così l’onorevole Eugenio Minasso, deputato e vicecoordinatore regionale del Pdl, che fa parte della commissione parlamentare Italia-India, commenta la sentenza-shock di ergastolo emessa a carico del giovane albenganese e di Elisabetta Boncompagni, entrambi condannati a Varanasi per la morte dell’amico Francesco Montis in un piccolo hotel della città sacra all’hinduismo.
“Sono rimasto scioccato – spiega l’onorevole Minasso – perché perché dalle notizie che mi giungevano tutto mi sarei aspettato, tranne una sentenza di condanna all’ergastolo per questi due ragazzi. C’erano testimonianze chiare, a partire dalla dichiarazioni dei genitori del ragazzo deceduto sul fatto che lo stesso soffrisse di disturbi e che quindi avrebbe potuto avere problemi respiratori anche in Italia e in qualsiasi momento. I due giovani Tomaso ed Elisabetta sono intervenuti per salvarlo e portarlo in ospedale; la sentenza emessa è un controsenso”.
“Per non parlare del fatto che l’autopsia è stata svolta dalla parte accusatoria e secondo quanto si è appreso sarebbe stata condotta da un oculista – aggiunge Minasso – In più, quando è stata richiesto l’esame autoptico per conto della difesa, è stata presentata l’urna con le ceneri del ragazzo cremato. Siamo quindi di fronte ad un’unica autopsia di parte. Quindi il quadro appare tutto forzato”.
I coniugi Euro e Marina Bruno, genitori di Tomaso, si sono trasferiti oggi a New Delhi dove sarà messa a punto la strategia in vista dell’appello che sarà presentato nelle prossime settimane. “Ce ne andiamo da Varanasi – dice Euro Bruno – perché non sono più consentite le visite a nostro figlio. Stamattina abbiamo potuto vederlo un ultima volta grazie ad un permesso speciale concesso dal giudice”. “Bisognerà leggere attentamente il dispositivo della sentenza – continua – per capire il perché di una decisione così drastica da parte del magistrato. Non posso dire di più perché ci mancano ancora elementi”.
Il pensiero dell’onorevole Minasso va ai genitori, che hanno chiesto un intervento immediato della Farnesina. “Ho figli anche io – afferma il deputato – e quindi ai genitori di Tomaso auguro coraggio, tanto coraggio, perché nulla può consolare sapendo che un figlio è stato condannato all’ergastolo in un carcere straniero. Capisco lo sfogo della madre contro le autorità, ma ripeto: tutto ciò che si poteva fare è stato fatto, anche perché lo studio legale che li ha seguiti è uno dei più importanti in India. La mia e quella dei parlamentari, che in questo caso non hanno colori politici, sarà una battaglia profonda per la tutela di Tomaso e di tutti gli italiani all’estero che si trovano a che fare con la giustizia”.
“Io sono convinto della estraneità e dell’innocenza di questi due ragazzi – dichiara Minasso – Come parlamentari eravamo già intervenuti con l’ambasciata e anche il consolato italiano in India: le forze diplomatiche avevano fatto tutti i passi, tratteggiando una situazione buona e suggerendo di non marcare eccessivamente per non irritare, in qualche modo, la parte indiana perché la giustizia avrebbe fatto il suo corso. Mi sono promesso domani di occuparmi direttamente del caso”. “Chiederemo di incontrare l’ambasciatore ed il ministro Frattini e ci muoveremo in maniera importante. Bisogna fare interventi più pregnanti. Ci auguriamo che il ricorso venga valutato in maniera realistica e serena” conclude.







