Economia

Ampliamento Tirreno Power: il dg Giovanni Gosio rompe il silenzio

Giovanni Gosio, direttore generale di Tirreno Power

Vado Ligure. Domani il direttore generale di Tirreno Power romperà gli indugi e dichiarerà la linea dell’azienda. Alle 11,30, infatti, Giovanni Gosio parlerà nell’incontro per la stampa convocato per fare il punto sul progetto di ampliamento della centrale, alla luce dei recenti incontri in conferenza di servizi a Roma e del successivo tavolo di confronto avviato con Regione ed enti locali, che si è subito arenato.

Venerdì scorso il presidente regionale Burlando ha usato parole dure, inedite: “Se Tirreno Power non accetta la nostra delibera di giunta, in 10 minuti troviamo un altro investitore”. Il governatore ha detto che “l’offerta di Tirreno Power è importante ma occorre tenere conto che un chilometro più in là c’è uno dei più importanti comprensori turistici della Liguria e che si andasse alla rottura con questa azienda la possiamo sostituire nel giro di 10 minuti: a chi non farebbe gola un impianto energetico da 920 Mw a fil di costa e a pochi chilometri dalla Pianura Padana?”.

I rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, della categoria degli elettrici e dell’Ansaldo hanno manifestato le loro preoccupazioni sul rischio che l’investimento proposto da Tirreno Power a Vado per complessivi 800 milioni di euro possa trovare ostacoli. “Assicurerebbe 10-12 anni di lavoro diretto per 400 persone oltre all’indotto che è molto elevato – hanno detto – Il progetto ha ricevuto la Via ministeriale la Regione non deve porre ostacoli”.

Il presidente della Regione ha sottolineato che “la vicenda è complicata. In quella zona abbiamo avviato un investimento importante: la piattaforma Maersk di Vado che porterà 660 nuovi posti di lavoro. L’abbiamo accettata nonostante il totale dissenso dell’attuale amministrazione comunale, ma basandoci sull’accordo stipulato con la precedente. Per quanto riguarda i nuovi impianti proposti da Tirreno Power la situazione è diversa: hanno ottenuto la Via nazionale ma è necessaria anche quella regionale e noi non siamo d’accordo perché andrebbe ad incedere pesantemente sulla salute degli abitanti di Vado e Quiliano. Questo perché la proposta che ci è pervenuta prevede in realtà il mantenimento del carbone con interventi ambientali minimi sui due gruppi esistenti e, per quello nuovo, non si prevede la copertura dei parchi carbone”.

Il presidente Burlando ha evidenziato che “c’è una posizione maggioritaria nel territorio che punta al superamento del carbone; noi non sosteniamo questa posizione, ma chiediamo che i due vecchi gruppi da 330 Mw che sono stati realizzati nel 1971 e che ormai hanno raggiunto la fine della loro vita produttiva vengano sostituiti da un gruppo completamente nuovo. A questo impianto da 460 Mw si può aggiungere un altro, sempre a patto che l’inquinamento non superi i livelli attuali”.