Cronaca

Tomaso Bruno, nessuna notizia dall’India sul processo: l’angoscia dei genitori

Tomaso Bruno - in carcere in India

Albenga. La difficoltà di avere notizie aggiornate da un Paese lontano e i continui e snervanti rinvii delle udienze indiane sta mettendo a dura prova i genitori di Tomaso Bruno, il 27enne albenganese rinchiuso da circa tre mesi nel carcere di Varanasi con l’accusa di aver ucciso, insieme all’amica torinese Elisabetta Boncompagni, il proprio compagno di viaggio, Francesco Montis.

Una nuova udienza è prevista per il 13 maggio ma, anche in questo caso, la mancanza di certezze lascia soltanto un’insopportabile frustrazione addosso. “Non so nulla – dice Luigi Euro Bruno, papà di Tomaso, ormai “abituato” a viaggiare in continuazione fra l’Italia e l’India -. Ieri i legali indiani non ci hanno mandato alcuna relazione per cui non ho idea di cosa succederà, e questo ci fa sentire impotenti. Ormai ho perso ogni speranza di avere notizie certe dal quel Paese. Questa volta non sono partito: aspetto di saper qualcosa di più, anche se mi rendo conto che è difficile. Andare là per ritrovarmi con un nulla di fatto e con la possibilità di vedere per appena un’ora mio figlio mi butta in uno stato d’animo di angoscia sempre più grande. Questi continui viaggi comportano anche problemi economici e lavorativi. Andrò sicuramente presto, ma ora vorrei avere qualche certezza in più sull’iter processuale”.

L’accusa aveva tre mesi di tempo (fino al 9 maggio) per depositare le accuse contro il ragazzo e la sua amica ma anche da questo punto di vista non si sa molto.  I magistrati dovranno decidere se procedere contro i due indagati per omicidio oppure se accogliere la tesi difensiva di una tragedia accidentale, causata da un’insufficienza respiratoria di cui soffriva Montis. Tomaso ed Elisabetta hanno sempre raccontato di aver trovato l’amico agonizzante nella camera che condividevano in un hotel indiano mentre gli inquirenti parlano di un delitto passionale.