Cronaca

Savona, democrazia sindacale sui posti di lavoro: raccolta di firme alla Bitron

Corteo bitron

Savona. Nella giornata di venerdì alla Bitron di Savona verrà effettuata la raccolta di firme per la proposta di legge d’iniziativa popolare promossa dalla Fiom Cgil, già estesa a 18 regioni italiane, a proposito del tema della democrazia sindacale sui posti di lavoro. Uno degli argomenti della proposta di legge è l’utilizzo del referendum per rendere valido e vicolante il contratto collettivo, oltre alla possibilità di estendere la rappresentanza sindacale anche in quelle aziende con meno di 15 dipendenti.

La Bitron aprirà l’iniziativa che verrà seguita da tutte le altre fabbriche del comprensorio savonese. “Questa giornata è stata voluta e attesa dai lavoratori che hanno manifestato con scioperi spontanei e con la manifestzione del 13 novembre scorso (conclusa con il ricevimento del Sindaco) la loro volontà di partecipare attivamente e dicidere sui contratti che li riguardano” spiega Giorgio Bonorino della Fiom Cgil – Rsu Bitron.

“Questo è l’inizio di chi crede che la democrazia si esercita semplicemente avendo il mandato da qualcuno e la Fiom quel mandato lo ha dalla larga maggioranza dei lavoratori metalmeccanici iscritti e non, con un dato reale certificato. Siamo testimoni di un molteplice attacco su più fronti, a tutti i diritti del lavoratore, si pensi all’ultimo, e cito la modifica dell’articolo 18, e l’inserimento dell’arbitrato, ma ci rendiamo conto di quello che stanno facendo ai lavoratori? ed ai giovani? in particolare nel totale silenzio dei media?” aggiunge Bonorino.

“Nessuno di noi si può sentire escluso da questi attacchi nemmeno i lavoratori con maggiori tutele, perché oggi non ci ‘toccano’ esplicitamente ma domani ci si accanirà sui nostri figli, nipoti su chi dopo gli studi dovrà entrare nel mondo del lavoro per poi programmare un futuro come sancito dalla costituzione e invece sarà in balia di un precariato eterno” osserva il membro della Rsu Bitron.

“Le firme raccolte sul territorio nazionale sono più di 50.000 numero minimo che basterebbe per depositare tale legge, ma noi puntiamo alle 100.000 perché i metalmeccanici sono per il paese un vero e proprio termometro sociale, sanno benissimo che i diritti letteralmente scippati sono persi! Noi non molliamo e lo ribadiremo ancora con più forza con le nostre firme, per rafforzare e difendere la democrazia vera, sui luoghi di lavoro” conclude Bonorino.