Uova di cioccolato, colombe, agnello: gli italiani si preparano al menù pasquale mettendo in conto di fare una scorpacciata lunga tre ore.
Secondo le stime della Coldiretti, quasi il 20% del tempo nella giornata di Pasqua è trascorso a tavola, con permanenza media di poco inferiore alle tre ore per gustare a panzo i piatti della tradizione. A casa o in vacanza, nei ristoranti, negli agriturismi o seduti per i picnic in spiaggia o sul prato, insomma, basta sedersi a mangiare e a rilassarsi. Gustare in completo relax i sapori unici della cucina tradizionale che si tramanda ogni anno di generazione in generazione è un appuntamento irrinunciabile che, sottolinea la Coldiretti, sei italiani su dieci trascorrono in famiglia per una spesa media stimata in circa 25 euro a persona. Ma non manca chi sceglie il ristorante, soprattutto in vacanza, mentre cresce l’agriturismo dove si registrano circa 400mila presenze durante le festività.
Ogni menù pasquale che si rispetti ha come portata principale almeno una specialità alimentare della cucina tipica del territorio che nasconde spesso piccoli grandi segreti che la rendono inimitabile agli occhi di tutti i grandi marchi industriali. E allora, se è vero che, come dice un vecchio proverbio “non c’e Pasqua senza uova”, simbolo della vita che si rinnova e della primavera, allora proprio le uova non potranno certo mancare nei piatti pasquali di tutta Italia consumate sode o come ingrediente base di mille ricette rustiche o dolci. Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consumate in ricette tradizionali o nei dolci casalinghi, artigianali e industriali saranno, stima la Coldiretti, circa 400 milioni le uova ‘ruspanti’ consumate durante la settimana di Pasqua, un numero superiore di quasi dieci volte a quelle di cioccolata.
“L’altro ‘must’ delle feste è – afferma la Coldiretti – la carne di agnello che viene servita su quasi una tavola su tre nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato, con le festivita’ pasquali che rappresentano anche l’occasione per recuperare i piatti storici della transumanza (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l’abbacchio alla scottadito) con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione e vantaggio della biodiversità del territorio, anche di zone duramente colpite dal terremoto come l’Abruzzo. I protagonisti della Santa Pasqua saranno dunque tutti i piatti tipici regionali che da nord a sud attraverseranno l’intero Paese”. Non rimane che augurare a tutti buon appetito!