Fornaci, con i sassi la “spiaggia dei fachiri”: i bagnanti si lamentano

[thumb:13886:l]Savona. Altro che sassolino nella scarpa. La lotta sulla spiaggia delle Fornaci è con milioni, precisamente con 30 mila metri cubi, di sassi. Ovvero tutte le pietre che, prelevate dal fiume Tanaro, sono state utilizzate per il ripascimento del litorale di Savona.

Così questa estate, dove prima c’era solo sabbia finissima, i bagnanti si sono ritrovati a fare i conti con una distesa di pietre, più o meno grosse, che danno non pochi fastidi e dolori ai piedi, ma non solo. I sassi rendono difficile camminare sulla battigia e, senza almeno un paio di ciabatte, una passeggiata sul litorale è veramente un’impresa ardua. Per non dire poi del prendere il sole sdraiati sull’asciugamano: le pietre si conficcano nella pelle come tanti spilli.

Anche per gli amanti della costruzione di castelli di sabbia, in assenza di materia prima, questa è un’estate di scarsa attività. I bagnanti, soprattutto quelli anziani, si lamentano per questa situazione anche perché la spiaggia di Savona era sempre stata un’oasi felice: tanta sabbia morbida e pochi, pochissimi, sassi.

Il disagio c’è, ma insieme alle pietre sono arrivati anche dei benefici: “Abbiamo recuperato dai 10 ai 15 metri di spiaggia rispetto all’anno scorso – spiega il presidente dell’Associazione Bagni Marini, Enrico Schiappapietra – Il ripascimento era un intervento assolutamente necessario per salvaguardare il litorale di Savona, in particolare nella zona che va dalla foce del Letimbro fino alla spiaggia libera delle Fornaci che era quella maggiormente colpita dall’erosione. I sassi sono certamente fastidiosi, ma la situazione è destinata a tornare quella di prima perché il peso specifico delle pietre le porterà a sprofondare e a far tornare la sabbia in superficie. Questo è già successo nella parte di spiaggia a Ponente delle Fornaci dove già adesso si vedono solo più poche pietre. Ai bagnanti chiediamo ancora un piccolo sacrificio”. [image:13887:r]

Le operazioni per completare il ripascimento, promosso dall’Autorità Portuale, riprenderanno a fine settembre quando saranno installati, seguendo un progetto dell’Università di Padova, davanti al litorale (dalla zona della foce del Letimbro fino a Zinola) quelli che in gergo sono chiamati “geotubi”, ovvero dei tubi di fibra intrecciata che vengono riempiti di sabbia e adagiati sul fondale che svolgono la stessa funzione dei frangiflutti.

Il vantaggio dei geotubi è che sono totalmente ecocompatibili visto che non si vedono perché restano sotto la superficie del mare e sono, a differenza dei moli di protezione, di facilissima rimozione nel caso siano stati malposizionati. Una volta completate queste operazioni dovrebbe essere notevolmente arginato, se non del tutto risolto, il problema dell’erosione della spiaggia.

Il prezzo da pagare per avere una spiaggia spaziosa e fatta di sabbia finissima dovrebbe essere quindi ancora di qualche camminata sulle pietre, nella speranza che il litorale di Savona non si trasformi in breve tempo nel “paradiso dei fachiri”.