Cronaca

Arrestati falsi promotori finanziari: l’ombra della piramide di Madoff

Arrestati due falsi promotori finanziari - 11/3/09

[thumb:10985:l]Cairo Montenotte. Svolgevano attività di intermediazione finanziaria senza essere iscritti all’albo, forse sfruttando uno schema piramidale fraudolento. Un esercizio abusivo della professione che, dopo laboriosi accertamenti, è apparso evidente agli investigatori. Questa mattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, i carabinieri della Compagnia di Cairo hanno tratto in arresto due persone che raccoglievano denaro da privati dietro la promessa di rendimenti mensili dal 5 al 7 per cento.

Si tratta di Alberto Castellino, 38 anni, originario di Cuneo, e Maurizio Ghiso, 49 anni, di Cairo Montenotte (quest’ultimo assegnato ai domiciliari), entrambi incensurati e di buona famiglia. Il giro degli affari movimentato dai due falsi promotori finanziari è stimato intorno ai 3 milioni di euro. Alle vittime del raggiro davano assegni postdatati a titolo di garanzia, proponevano una scrittura privata come accordo, cedevano (come previsto per legge) assicurazioni sulla vita ma alcune delle quali già scadute.

I due si presentavano molto persuasivi, giustificando gli investimenti come diretti in speculazioni immobiliari capaci di garantire fin da subito risultati elevati. Gli inquirenti, allo stato attuale, però, non sono in grado di sapere se queste promesse fossero riferibili a vere e proprie attività finanziarie, illecite o anche di copertura, oppure fossero soltanto “vendite di fumo”. Dunque, in termini giuridici, non è stata ancora assodata la vera e propria truffa e, per ora, l’accusa è quella di esercizio abusivo dell’attività di intermediatore finanziario.

Quello che tuttavia gli investigatori ritengono plausibile è che le mosse dei due promotori abusivi ricalcassero la “piramide di Madoff”, cioè lo schema truffaldino con cui Bernard Madoff, appunto, finanziere americano già presidente del Nasdaq, in 20 anni ha ingannato risparmiatori, istituti e associazioni per un totale di 50 miliardi di dollari. L’idea è semplice: il proponente offre l’aspettativa di interessi elevatissimi per capire la fiducia dell’investitore, poi usa i soldi dei nuovi risparmatori per pagare gli interessi dei primi creando un “passparola” di fiducia. Il vaso di Pandora si scoperchia quando uno dei clienti chede indietro il capitale, ma scopre che non ci sono più soldi, perché il denaro che ha dato all’impostore è servito solo a pagare gli interessi degli altri truffati.

Nel caso dei due arrestati la situazione è ancora nebulosa e il fatto che diestro ai loro affari vi fosse un giro alla Madoff è per ora un sospetto. Anche perché non sono state fatte denunce da parte dei risparmiatori, che si sono limitati a dichiarare ritardi nei pagamenti. L’azione investigativa è cominciata lo scorso novembre ed è tuttora in corso, con perquisizioni dirette a scoprire dove siano finiti i soldi. I controlli sono effettuati anche fuori dal territorio regionale.

Secondo quanto ricostruito durante l’indagine, Alberto Castellino, agente assicurativo, teneva le fila dell’attività e i contatti con i clienti, che erano prevalentemente savonesi (almeno una quindicina) e lombardi. Maurizio Ghiso, che risulta senza impiego, lo aiutava muovendosi sul territorio. Entrambi riuscivano a convincere abilmente persone che sono arrivate ad affidare loro anche 200 o 300 mila euro. Due uomini di Cuneo e un terzo di Celle Ligure sono stati denunciati a piede libero. Controverso il carattere degli accordi che i due falsi promotori facevano sottoscrivere: sono atti privati che potrebbero, secondo gli inquirenti, rientrare nella legge sull’usura.