[thumb:1803:l]Cairo Montenotte. E’ stata rinviata per la terza volta l’udienza preliminare nei confronti di Giancarlo D’Angelo, coltivatore diretto, indagato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Alberto Genta. I fatti contestati a D’Angelo risalgono al 7 maggio 2003, giorno in cui, secondo l’accusa, uccise il 63enne Genta, dopo averlo attirato in una trappola all’interno della struttura abbandonata del Mobilificio Bussi di Cairo Montenotte. Le accuse per l’ex imprenditore cairese, che si è sempre detto estraneo alla vicenda, sono omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere, il quale non venne mai ritrovato. Ad inchiodare D’Angelo sarebbero una serie di intercettazioni e il memoriale di una donna di 57 anni che frequentava Genta ma conosceva anche D’Angelo: la signora inviò una lettera ad un’altra persona nel timore di essere uccisa.
Ieri, in tribunale a Savona, il gup Gianfranco Arnaud ha riscontrato un errore di notifica. Quest’ultima, che sarebbe dovuta essere consegnata direttamente a D’Angelo, è stata invece data ad una terza persona. Il primo rinvio risale al 13 giugno 2008, quando l’udienza preliminare era stata spostata a novembre, per dare il tempo ad un interprete di tradurre la testimonianza di un ex ufficiale bielorusso del kgb che in passato aveva collaborato con D’Angelo. Il 6 novembre i difensori di D’Angelo, gli avvocati Attilio Bonifacino e Carlo Risso, avevano presentato un’eccezione riguardo al fatto che la prima notifica sul “fine indagini” nel caso che l’imputato sia libero, come in questa situazione, fosse consegnata al domicilio del diretto interessato. Questo non era avvenuto, perché a ricevere la notifica, l’8 febbraio 2008, erano stati solamente i suoi legali. Il ritorno in aula della vicenda è fissato per il 21 marzo.