Politica

Acqua bene pubblico: a Carcare ordine del giorno

Acqua

[thumb:6295:l]Carcare. Per il consiglio comunale di Carcare l’acqua è un bene indispensabile e imprescindibile e, come tale, deve rimanere pubblico. In questo senso si è espressa, veneredì scorso, 6 febbraio, la Conferenza dei Capigruppo, approvando all’unanimità un ordine del giorno proposto dal gruppo del Partito della Rifondazione Comunista. E andando anche oltre: l’ordine del giorno lancia infatti un appello ai ristoranti locali perché sostituiscano la minerale in bottiglia con l’caqua del rubinetto, aderendo alla campagna nazionale “Imbrocchiamola”.

L’ordine del giorno ha come argomento la nuova normativa nazionale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, prevista dall’articolo 23 bis della legge 133 del 2008, approvato all’unanimità dal Parlamento italiano il 6 agosto dello scorso anno. La nuova normativa prevede che i servizi pubblici locali, tra i quali il servizio idrico, dal 31 dicembre 2010 siano posti sul mercato e vengano privatizzati.

Nel caso del servizio idrico in particolare, la nuova normativa sancisce la privatizzazione del “bene acqua”, lasciando nelle mani pubbliche la sola rete distributiva. “Tale processo – sottolinea Furio Mocco, capogruppo di Rifondazione Comunista e assessore al bilancio – sottrarrà a tutti i Comuni gran parte del loro potere di gestione e di controllo sui servizi pubblici locali, delegandoli in un primo tempo alle Provincie e in seguito ad aziende private che gestiranno questi servizi come una qualunque merce, applicando tariffe di mercato per realizzare profitti”.

L’ordine del giorno approvato a Carcare ribadisce che le Amministrazioni Comunali carcaresi hanno sempre interpretato il servizio idrico come un bene comune ed hanno provveduto con ingenti investimenti alla ristrutturazione e alla manutenzione della rete. Sottolinea che la gestione diretta ed effettuata “in economia” (cioè con personale proprio) del servizio idrico attuata dal Comune di Carcare ha sempre assicurato gestione oculata ed un controllo diretto sia del servizio che della rete, a costi contenuti.

L’ordine del giorno approvato chiede pertanto al Parlamento la rielaborazione della legge e l’apertura di una discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da 400.000 cittadini e da numerosi sindaci. Chiede inoltre alla Regione Liguria un confronto aperto sulla legge di riordino degli Ambiti Territoriali Ottimali provinciali, nonché la stesura di regole che permettano la gestione pubblica e in economia dei servizi idrici locali.

“Con questo ordine del giorno – prosegue Mocco – il Comune di Carcare ha dichiarato l’acqua un bene e un diritto pubblico e non una merce da affidare alla logica del profitto privato quotabile in borsa”. Come detto, l’ordine del giorno va anche oltre e proprone ai ristoranti del territorio di aderire alla campagna di somministrazione dell’acqua potabile pubblica nei propri locali, aderendo alla campagna “Imbrocchiamola”.