Albissola Marina. Giovedì 29 aprile alle ore 21 su Facebook e Zoom (ID Riunione 87158723330 | Passcode 694913) andrà in onda “Bullismo: un disagio da ascoltare e contrastare”, secondo puntata della rubrica “Oltre ai fatti”, appuntamento mensile su temi legati alle declinazioni della violenza dentro e fuori la famiglia ideato dallo Sportello Antiviolenza “Alda Merini”.
Lo scopo è dar voce ad una problematica molto diffusa tra i giovani di oggi e spesso sottovalutata ma che invece crea un notevole disagio in chi la subisce. “Sovente gli atti di bullismo si verificano tra le mura scolastiche e sono accompagnati dal silenzio dei propri compagni di scuola e dalla difficoltà di genitori e insegnanti di affrontare simili situazioni – spiega Barbara Petracchi, vicepresidente dell’associazione – Il bullismo è un fenomeno che parla della nostra società e del nostro modo di gestire le relazioni e ogni confronto è utile per capire come affrontarlo”.
Proprio Petracchi aprirà l’incontro. A seguire interverranno la dottoressa Elisa Zanelli, psichiatria presso l’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, e Gino Fanelli, presidente di Helpis Onlus di Pavia, associazione impegnata da molti anni nella lotta a bullismo e cyberbullismo. Vi sarà anche la testimonianza di Teresa Marangi, autrice del cortometraggio “Quello che gli altri non sanno”. Modererà la giornalista Linda Miante.
Teresa Marangi è una giovane ragazza genovese di 21 anni che ha realizzato questo cortometraggio per dare sfogo al suo pensiero riguardo al bullismo. Il cortometraggio assume ancor più valore se consideriamo che è stato ideato e girato alcuni anni fa quando Teresa era ancora minorenne. “Quello che gli altri non sanno” tratta di bullismo e cyberbullismo nei confronti di una ragazza adolescente da poco trasferita in una nuova città. Durante la serata il cortometraggio sarà oggetto di dibattito.
“Ho deciso di scrivere e fare questo lavoro con l’intento di poter lanciare un messaggio importante che viene spesso trascurato – racconta la sua giovane autrice – Soprattutto ho trovato importante che l’argomento fosse trattato da una ragazza giovane, con la speranza di normalizzare il fenomeno per chi lo ha vissuto o lo sta vivendo. Spesso infatti si provano paura e imbarazzo a parlarne sentendosi soli”.
