Cobas Savona: le ragioni dello sciopero del prossimo 12 marzo

Cobas

Savona. L’esecutivo Cobas di Savona invita tutti a partecipare, venerdì 12 marzo, allo sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale a Roma.

In particolare si critica l’emendamento al disegno di legge sul lavoro, approvato in Commissione alla Camera qualche giorno fa, che consente l’espletamento dell’obbligo scolastico mediante un anno di apprendistato anziché all’interno delle scuole.

“In questo modo – scrivono i rappresentanti Cobas – la conseguenza sarà l’aumento della descolarizzazione delle nuove generazioni, favorendo anziché frenare l’abbandono scolastico da parte degli studenti in difficoltà provenienti soprattutto da famiglie scarsamente scolarizzate ed economicamente svantaggiate”.

“In una situazione di grande dispersione scolastica – continuano – questa soluzione non farà che aggravare il fenomeno, colpendo ovviamente soprattutto gli studenti degli istituti professionali e impoverendo ulteriormente l’offerta formativa delle scuole che rinunceranno fatalmente ad individuare risposte adeguate ai disagi dei propri studenti in difficoltà e/o meno motivati”.

“Il Governo Berlusconi dunque costringe la scuola ad abdicare al proprio ruolo e spinge i giovanissimi delle fasce
deboli della popolazione ad uscire il prima possibile dalla scuola, ad abbandonare in fretta e furia il mondo
dell’istruzione per entrare precocemente nel mercato del lavoro, cioè ad affrettare la condizione di precarietà e di
ricatti aziendali a cui saranno costretti una volta in balia del selvaggio mercato dello sfruttamento di manodopera.
Se attualmente il mondo del lavoro offre solamente lavori precari, all’insegna dello sfruttamento più

incontrollabile, e nessuna prospettiva, a causa dei ricatti padronali nelle assunzioni e nei licenziamenti che la Legge 30 consente, la scuola offriva finora una estrema occasione di salvaguardia della propria dignità sociale”.

“Con questo provvedimento, anziché offrire alle giovani generazioni una formazione che consenta un innalzamento di
qualità anche professionale oltre che culturale, si insiste invece nel ridurre la scolarità, rendendo sempre meno
qualificati, e soprattutto sempre più ricattabili i lavoratori di domani. L’abolizione dell’obbligo scolastico a 16 anni, colpendo le fasce più deboli e disagiate, fa della scuola uno strumento di selezione sociale”.

“Il mancato diritto allo studio – concludono i rappresentanti Cobas – è il vero fallimento non solo di una politica ma di un’intera collettività. Occorre perciò richiedere con forza l’obbligo scolastico fino a 18 anni (come in tutta Europa) e affermare per questa via una concezione della scuola come un diritto per tutti e per tutte. Ne va del futuro delle nuove generazioni e dell’assetto democratico della nostra società”.