[thumb:13168:l]Vado Ligure. Non solo un’iniezione di fiducia, ma atti reali e immediati. Questo chiedono i lavoratori della Bombardier Transportation al ministro Claudio Scajola, che ha programmato per oggi la sua visita allo stabilimento vadese. Gli oltre 400 lavoratori, che giovedì scorso hanno protestato per le vie di Savona paralizzando il traffico cittadino, sono pronti ad estremizzare con rinnovato vigore lo stato di agitazione se il governo non agirà per sbloccare la commessa da 150 locomotori E464.
Il ministro dello sviluppo economico Scajola incontrerà nell’incontro odierno le organizzazioni sindacali e l’amministratore delegato di Bombardier, Roberto Tazzioli.
I sindacati hanno già annunciato eventuali nuove proteste di piazza e l’invasione dell’Aurelia. Il ruolo del governo nel quadro della vertenza è cruciale, in quanto Trenitalia attende dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l’aumento di capitale che indurrebbe la società ferroviaria a dare il via libera agli ordinativi dei locomotori.
La Liguria ha siglato con le Ferrovie proprio in questi giorni il contratto di servizio che prevede cospicui investimenti in nuovo materiale rotabile, ma il passaggio economico che interessa Bombardier è ancora da compiere. Il governatore regionale Claudio Burlando, dopo un colloquio con l’amministatore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha tuttavia annunciato che gli investimenti da parte di Trenitalia potrebbero partire già entro la fine di questo mese.
Intorno ai lavoratori dello stabilimento di Vado si stringono i rappresantanti politici della sinistra savonese. “Siamo vicini ai lavoratori in questo difficile momento che vede messi a rischio i loro posti di lavoro” dichiara Claudio Gianetto, segretario provinciale dei Comunisti Italiani. “Da molto tempo – affermano i vertici provinciali di Rifondazione Comunista – Claudio Scajola promette di intervenire nelle situazioni di crisi occupazionali in atto nella provincia. Ogni uscita pubblica ed intervista rilasciata dispensano ottimismo e soluzioni imminenti che vengono di volta in volta smentite dal tempo. La verità è che il governo non è in grado di invertire una situazione occupazionale provinciale e nazionale che risulta insostenibile per migliaia di lavoratori”.