[thumb:5800:l]Savona. “Sono certo che i sacerdoti, quando in ogni situazione si troveranno accanto sempre il loro vescovo, allora lo sentiranno padre. Di fronte a questo impegno, voi capite perché, nel momento in cui mi accingo anch’io a rinnovare le mie promesse episcopali, chiedo la vostra preghiera e la vostra comprensione per le mie incapacità e debolezze”. Con la consueta delicatezza umana, il vescovo della diocesi di Savona-Noli ha parlato a cuore aperto ai presbiteri, religiosi e diaconi della diocesi nell’omelia della Messa crismale, celebrata in una Cattedrale molto affollata.
Monsignor Lupi ha voluto concentrarsi quasi esclusivamente sul rapporto con il presbiterio – nessun accenno nell’omelia al terremoto che ha colpito l’Abruzzo – interpretando in chiave “ministeriale” la Messa durante la quale sono state rinnovate le promesse sacerdotali e benedetti gli oli che si usano nei sacramenti: crismale, dei catecumeni e degli infermi. La liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Maurizio Fiaschi e padre Piergiorgio Ladone.
“Ringrazio il Signore – ha esordito il presule – per avermi dato sacerdoti come voi che instancabilmente lavorate per la costruzione del Regno di Dio e nei quali tutti ho trovato leale collaborazione e sintonia: sacerdoti giovani che si dedicano con tutte le loro energie alla pastorale, sacerdoti meno giovani che, nella loro maturità, sono guide sagge delle comunità loro affidate ed esempio di impegno generoso ai giovani; e sacerdoti anziani che, in un servizio a volte ridotto, ma con la gioia, la freschezza e l’entusiasmo dei giovani continuano a testimoniare nelle opere e con la preghiera il loro amore a Cristo e alla chiesa”.
Il vescovo ha poi ricordato i sacerdoti scomparsi nell’ultimo anno, don Costantino Bianchi, don Gino Lagasio e don Bartolomeo Ravera, e quelli ammalati che ha visitato in questi giorni: don Eugenio Gandini, don Carlo Sala, don Michelangelo Destefanis e don Vincenzo Frumento.
Ha quindi proseguito: “Si fa un gran parlare di crisi, di secolarismo, di mancanza di vocazioni, di crisi di identità, di difficoltà dei sacerdoti a portare avanti la loro missione in questi frangenti. E’ tutto vero, l’aumento dell’età media dei presbiteri, l’accresciuto numero e peso dei compiti che gravano su ciascun sacerdote, il minor numero di ordinazioni, ma soprattutto il senso di impotenza e di inadeguatezza che ci coglie talvolta davanti alle tante urgenze del ministero e delle tante domande degli uomini e delle donne del nostro tempo, in particolare delle nuove generazioni, ci fanno conoscere la fatica e il sentimento, oltre che di inadeguatezza, anche di marginalità di fronte al mondo in rapida trasformazione. Un mondo fino a ieri sconosciuto, di fronte al quale ci troviamo a volte spaesati, a volte sconcertati, altre volte impotenti. Come viviamo noi, oggi, la nostra esistenza nella secolarizzazione? Come questa secolarizzazione attacca la nostra gioia di essere consacrati e presbiteri? Chi, o che cosa potrà soccorrerci in questo disorientamento?”.
Toni confidenziali nel seguito dell’omelia: “Mentre vi inviterò a rinnovare le vostre promesse non potrò non pensare a quelle che ho fatto anch’io nella mia ordinazione episcopale, in modo particolare a quella che mi impegnava a prendermi cura `con amore di padre’ del popolo santo di Dio, con i presbiteri e i diaconi, collaboratori nel ministero e per guidarlo sulla via della salvezza. Chiedo la vostra preghiera affinché io possa avere una attenzione costante, una sollecita vigilanza, un’autentica `tensione’ affinché ciascun sacerdote si senta partecipe, presente, importante e valorizzato, nella famiglia presbiterale. Chiedo la vostra preghiera affinché io possa valorizzare giustamente le qualità dei sacerdoti sostenendoli, incoraggiandoli, mostrando anche il compiacimento e l’apprezzamento per quanto di vero, giusto e buono vi è in essi ed è da essi compiuto; solo allora il rapporto si farà vero e sarà possibile accettare qualsiasi osservazione, o correzione fraterna”.
“Sono convinto che, senza passare per i sacerdoti, nella pastorale non si arriva a niente, ed è pur vero che ogni sacerdote non è sacerdote da solo: noi siamo presbiterio e solo nel calore di questa comunione col vescovo ognuno può compiere armonicamente e serenamente il proprio servizio. La paternità incide profondamente sulla stessa azione pastorale, sostenendo il lavoro, spesso davvero stressante, dei sacerdoti, motivandone ragionevolmente e soprannaturalmente i sacrifici, indicando con l’esempio e con opportune indicazioni che la priorità della vita sacerdotale è lo `stare con il Signore’ e facendoli sentire, non solo a parole, ma realmente, parte di una famiglia, il presbiterio, che non è orfana, ma che ha un padre che la ama, la guida, la corregge ed è disposto a dare la sua vita per essa”, ha aggiunto monsignor Lupi.
Nell’ultima parte dell’omelia, il vescovo ha ripreso alcune indicazioni della “Pastores dabo vobis” di Giovanni Paolo II, sottolineando che il prete si qualifica a partire dalla relazione fondamentale con Cristo, dalla relazione vitale con gli altri sacerdoti e con il vescovo, e dalla missione “che spinge all’incontro con quanti il Signore chiama alla fede nella chiesa e nutre in essa attraverso il nostro ministero”. Ha citato anche una pagina del cardinale Carlo Maria Martini ed accennato al prossimo Convegno diocesano sull’evangelizzazione, prima di concludere con un saluto ai diaconi e ai seminaristi. L’ultimo ringraziamento è andato a Benedetto XVI “che ha voluto fare alla chiesa il dono di un anno sacerdotale in occasione dei 150 anni della morte del santo Curato d’Ars, che già è patrono di tutti i parroci e che verrà proclamato patrono di tutti i sacerdoti del mondo. Sarà una meravigliosa occasione di momenti di preghiera, di riflessione e di iniziative per riscoprire tutti la preziosità di questo dono”.
Dopo la Messa, nella cappella sistina, non è mancato un regalo a tutti i presbiteri, l’opuscolo di don Vittorio Peri “L’omelia questa sconosciuta” (con indicazioni teologiche e consigli pratici per tenere la “predica”) e si è rinnovato l’invito al pranzo che si svolgerà oggi in Seminario, tradizionale appuntamento per scambiarsi gli auguri pasquali. E’ stato infine comunicato che la neonata “Opera diocesana pellegrinaggi”, diretta da don Giuseppe Militello, organizzerà un pellegrinaggio della diocesi a Lourdes dal 19 al 25 luglio.