Savona. Quando arriviamo lassù, Savona è una manciata di tetti e strade sparpagliate qua e là. Il mare ne colora lo sfondo di un azzurro così carico che, a guardarlo da vicino, non te ne rendi conto. In cima a via alla Strà, tutto cambia. C’è una striscia di sterrato, con un primo ingresso. Poi la strada continua e arrivi al secondo: il portale è aperto.
Si entra. Ma in un luogo dove il tempo si è fermato, dove ti imbatti nella storia, quella non troppo lontana. Dove sentimento e rispetto procedono insieme. Eh si, perché se il forte della Madonna degli Angeli potesse parlare, ne avrebbe di storie umane da raccontare: di guerra, sacrificio, paura, ideali, speranze, ingegneria.
Storie di militari, di gente che qui ha combattuto e perso anche la vita. Partigiani uccisi dai nazifascisti. Un muro ne parla, con i colpi di proiettile. Traiettoria di morte. I buchi li conti. E ti si gela il sangue.
Questa si chiama storia, e la si può sfiorare su una collina alle spalle della città. Una rampa, postazioni di cannoni, torrette telemetriche, cemento armato, ferro battuto, porte blindate, polveriera, un ponte levatoio inghiottito dal tempo. C’è la nostra formidabile guida: Claudio Arena, esploratore, infaticabile. Casco in testa, torcia e Runa: meraviglia di Jack Russell che ha imparato bene dal padrone e si districa con grande agilità nei cunicoli bui. C’è anche il suo omologo, Iseo, ma lui è come la cronista: prudente, meno abituato, ma curioso.
Si parte e così entriamo in questo pezzo del nostro passato. Claudio ne sa di questi posti: la sua pagina Facebook, Savona Sotterranea, è nata apposta. La struttura in parte di mattoni, in parte di cemento armato, sovrasta imponente Savona dalla fine dell’Ottocento. Fu costruita nel 1881 dai Savoia. Attiva nella Prima e Seconda Guerra Mondiale. La batteria faceva parte di un sistema difensivo della costa e della rada di Savona e Vado.
Due piani: quello dedicato alla zona per le munizioni e alle stalle e quello, il secondo, dove ci sono le postazioni per sei obici, poi sostituiti dai cannoni. Qui ci sono anche le stazioni telemetriche. Viaggio nei meandri di questa fortezza dal grande impatto architettonico ed emotivo che ospita nel cortile una lapide in ricordo di chi qui è stato ucciso.
Il tempo scorre e di cose da vedere ce ne sono, soprattutto da ascoltare. Parlano anche i muri dei locali dove le scritte si leggono perfettamente. Parla la nostra guida che ci tende la mano e ci porta a guardare Savona dalla sommità del forte. Che spettacolo.