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Liguria del gusto

I Fiori di Pieve di Teco, biscotti golosi nati per risparmiare

"Liguria del gusto e quant'altro" è la rubrica gastronomica di IVG, ogni lunedì e venerdì

Generico maggio 2021

Sono un trionfo di sapore, ma anche un inno alla natura, alle fioriture che in Valle Arroscia sono esplosioni di colori e ottimismo! Nascono e Pieve di Teco, dove ancora oggi vengono preparati negli storici panifici del borgo, dove, letteralmente, “vanno a ruba”, nel senso che sono richiestissimi! Sono i “Fiori”, biscottini semplici all’apparenza (due piccole frolle e forma di fiore) e marmellata, ma che richiedono una lunga lavorazione.

In pratica si devono cuocere due frolle, una “piena”, l’altra con un foro centrale e, una volta cotte, sistemate una sopra l’altra, non prima di aver spalmato di marmellata (in genere di albicocche) la base. Di nuovo in forno per qualche minuto e, una volta raffreddati, una “nevicata” di zucchero a velo. Un biscottino secco, quindi, un parente “ricco” dei canestrelli di Genova o di Sassello (sempre fatti di frolla, ma più spessi e leggermente più friabili), ma prodotti quasi esclusivamente a Pieve di Teco che, soprattutto nei prodotti da forno, ha una lunga e prestigiosa tradizione.

La loro storia (ma siamo, come quasi sempre quando si parla di ricette e piatti della tradizione, più nelle leggenda che nella verità), parla di una intuizione fatta per risparmiare frolla (quindi zucchero e uova, un tempo molto più preziosi e rari di oggi) e marmellata. Un fornaio di sicura natura ligustica si accorse che per fare i gobeletti (altro biscotto tradizionale fatto con pasta frolla e marmellata) c’era bisogno di un grande uso di materie prime (marmellata soprattutto), mentre cambiando formato si sarebbe potuto risparmiare. E visto che i biscotti si vendevano a numero, non a peso…

Il colpo di genio, però, fu la forma del nuovo biscotto, un arcaico e inconsapevole esempio di food design, un fiore appunto, dove l’arancio della marmellata spicca nel bianco dello zucchero a velo facendo da goloso richiamo. Il gusto dei “fiori” (da mangiarsi in un sol boccone) è simile ad un morso di crostata, ma più “frolloso”. Fossimo in Inghilterra si potrebbero gustare alle 5, con il classico tè, ma io li abbino ad un Ormeasco passito, Valle Arroscia for ever!

“Liguria del gusto e quant’altro” è il titolo di questa rubrica curata da noi, Elisa e Stefano, per raccontare i gusti, i sapori, le ricette e i protagonisti della storia enogastronomica della Liguria. Una rubrica come ce ne sono tante, si potrà obiettare. Vero, ma diversa perché cercheremo di proporre non solo personaggi, locali e ricette di moda ma anche le particolarità, le curiosità, quello che, insomma, nutre non solo il corpo ma anche la mente con frammenti di passato, di cultura materiale, di sapori che si tramandano da generazioni. Pillole di gusto per palati ligustici, ogni lunedì e venerdì: clicca qui per leggere tutti gli articoli.

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