Effetto covid finito

Santa Corona, lo sfogo: “Ps a tappo. Stima e riconoscenza per il personale terminate”

Tutta l’amarezza dell’infermiera Silvia Rozzi, anche consigliere comunale a Pietra Ligure

Pronto soccorso Santa Corona

Pietra Ligure. Da marzo a giugno 2020 è cambiato tutto, nel vero senso della parola. Sono passati 3 mesi che, segnati dall’emergenza Covid, sono sembrati ben più lunghi. In tanti hanno sperato le cose cambiassero in meglio, ma non tutto sembra essere andato per il verso sperato. 

Una testimonianza in merito arriva da Silvia Rozzi, consigliere comunale di Pietra Ligure, ma nella sua veste di infermiera all’ospedale Santa Corona. Ha vissuto in prima linea la lotta al virus ma, stando al suo racconto, terminato l’“effetto Covid” sarebbe “finita anche tutta la stima e la riconoscenza per il personale sanitario”. 

“Queste fotografie sono state scattate il 5 marzo scorso durante il turno del mattino al Santa Corona – percorso ‘non Covid’. Zero pazienti presenti, – ha raccontato in un post su Facebook. – Situazione al limite e pericolosa, perché per paura tante persone non si presentavano peggiorando le loro condizioni (infarti, ictus, traumi, ecc)”. 

Pronto soccorso Santa Corona

“Ma oggi, a fine giugno, non posso pubblicare fotografie perché, a meno che non inquadri il soffitto, violerei la privacy dei presenti ad ogni angolo. Il mantenimento di percorsi dedicati per febbre, tosse e dispnea prevede che si lavori in due spazi distinti e quindi ridotti rispetto alla situazione pre-covid. E l’accesso ai parenti non è ancora consentito (salvo casi particolari)”. 

“Così dopo 3/4 ore di attesa (che per i codici verdi in stagione estiva non è poi così raro) le persone si spazientiscono, colte da fame, sete, noia, insofferenza, perché anche spostarsi per uscire a fumare e fare due chiacchiere è complicato. E se ne vanno. Non ho mai capito chi si allontana dal pronto soccorso perché sta ‘troppo male’ per aspettare la visita”.

“Per la cronaca, se mai ci aveste creduto, il tempo della stima e della riconoscenza verso il personale sanitario è terminato”, ha concluso amaramente Rozzi.