Regione. “Realizzare eventi all’aperto come lo street food, e non solo, è possibile, nonostante le restrizioni. Presenze ridotte, ma sicurezza garantita”. È questa, in sintesi, la volontà dell’associazione italiana Cuochi Itineranti, che ha stilato una seria di proposte per permettere la realizzazione, in Liguria, di manifestazioni all’aperto. Idee concrete, che sono tradotte in una lunga lettera, inviata al presidente Giovanni Toti e a diversi amministratori regionali.
PREMESSA. “Una festa di piazza, – hanno spiegato dall’associazione, – prevede per l’organizzatore una serie di adempimenti, a partire dagli aspetti burocratici per concludere con gli aspetti tecnico-pratici, oltre che la comunicazione e la pubblicità dell’evento. Al fine di poter ottenere le relative autorizzazioni l’organizzatore si avvale della collaborazione di professionisti esterni per poter compiere tutti gli adempimenti necessari nel rispetto delle normative vigenti: ingegnere per la redazione del piano di sicurezza, elettricista qualificato per la realizzazione degli impianti elettrici, tecnico specializzato per la realizzazione degli impianti GPL, agenzia specializzata per la safety e security, azienda specializzata per gli allestimenti vari, commercialista abilitato per la presentazione telematica delle pratiche”.
“La consulenza ed il lavoro di questi professionisti comporta un investimento importante per l’organizzatore a cui si devono aggiungere i costi relativi ai tributi (TARI, TASI, SIAE, marche da bollo), i costi relativi ai servizi (energia elettrica e raccolta rifiuti), i costi relativi al proprio personale da coinvolgere durante l’evento (personale per la pulizia, la sorveglianza, l’accoglienza, etc.) ed i costi di comunicazione e promozione dell’evento stesso. Per far fronte a tutti questi investimenti l’organizzatore si avvale di un contributo di partecipazione da parte degli operatori di somministrazione partecipanti, talvolta si avvale, anche, di sponsorizzazioni commerciali e private e raramente di contributi pubblici”.
“Inoltre, l’organizzazione di un evento, prevede il coinvolgimento di un indotto commerciale del luogo in cui avviene l’evento stesso: albergatori, titolari di B&B, e affittacamere (gli operatori provengono da tutte le regioni d’Italia pertanto si devono organizzare per il loro pernottamento per 3/4 giorni); negozi di alimentari (gli operatori, ad eccezione dei prodotti tipici della loro regione di provenienza, acquistano le risorse necessarie presso il luogo dell’evento al fine di offrire prodotti sempre freschi)”.
“Si può concludere che l’organizzazione di una festa di piazza, che spesso è voluta da un’amministrazione comunale per il numeroso pubblico che viene coinvolto, contribuisce al lavoro di numerose attività imprenditoriali e può essere realizzato grazie agli investimenti degli operatori della somministrazione ed al rischio economico dell’organizzatore”.
LA SITUAZIONE ATTUALE. “I calendari delle feste di piazza solitamente partono da metà marzo e si concludono a fine settembre. Nei restanti mesi gli operatori del settore lavorano, seppur con risultati minori, nei mesi di novembre e dicembre con eventi legati al Natale. I mesi di gennaio e febbraio sono solitamente utilizzati, dagli operatori, per la programmazione dell’inizio della stagione e corrispondono spesso ad investimenti effettuati per il rinnovo o il miglioramento delle attrezzature. L’organizzatore comincia a lavorare al calendario della stagione successiva a partire dal mese di settembre dell’anno precedente”.
“La situazione attuale vede tutti gli operatori del settore della somministrazione completamente fermi, privi del lavoro di due mesi, costretti ad adempiere al pagamento dei propri costi fissi di gestione (affitto del magazzino, personale dipendente, assicurazioni dei mezzi, primi pagamenti delle eventuali dilazioni concordate per gli investimenti sulle attrezzature, eventuali adempimenti fiscali, etc.) e soprattutto senza nessuna indicazione su quando potrà essere ricominciato il lavoro”.
“Gli organizzatori si sono visti annullare, dalle amministrazioni comunali, gli eventi programmati fino alla fine di maggio e per quelli dei restanti mesi si attendono le indicazioni del governo centrale. Questa situazione vuol dire aver lavorato invano nei mesi precedenti ed aver fatto degli investimenti economici che non hanno portato alcun risultato”.
COSA SUCCEDERA’ DOMANI? “In questo momento non si può dare una risposta certa a questa domanda perché, seppur un settore che coinvolge il lavoro di molte persone, ad oggi non c’è alcuna discrezione su quando si potrà partire”.
“Le uniche certezze sono: chi organizza feste di piazza (streetfood festival) non potrà più richiedere gli stessi contributi agli operatori della somministrazione; considerando il rispetto della distanza sociale di un metro la densità di pubblico passerà da 0,7/1,2 persone al metro quadro a 1 persona ogni 3,14 metri quadri pertanto la capienza di una piazza sarà ridotta di circa il 50% rispetto agli eventi passati senza tenere in considerazione l’effetto psicologico sulle persone in merito agli assembramenti”.
LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE PER RIPARTIRE. “Il settore degli eventi deve ripartire il prima possibile al fine di evitare la chiusura di numerose attività del settore e la perdita del lavoro per molte persone ma soprattutto per l’importanza economica, visto l’indotto che viene coinvolto in ogni evento, e per l’importanza sociale e turistica, visto il numeroso pubblico che partecipa agli eventi e le attrazioni collaterali che vengono organizzate”.
“L’Associazione Italiana Cuochi Itineranti, promoter del format Streetfood Festival, in Piemonte e Liguria, ha deliberato che tutti gli eventi che potranno essere organizzati nel 2020 prevederanno un contributo non molto esoso da parte degli operatori della somministrazione in modo da poter venire incontro agli operatori che parteciperanno.
Riteniamo, pertanto, opportuno suggerire quali potrebbero essere gli “aiuti” da parte delle amministrazioni pubbliche (Comuni sede dell’evento e Regione) che potrebbero essere erogati attraverso singoli provvedimenti oppure attraverso l’istituzione di un contributo fisso per ogni evento”.
“Le proposte sono: riduzione dei tributi locali per l’organizzatore (TARI e TASI); esenzione di marca da bollo e diritti di segreteria per la presentazione delle domande; aumento della riduzione sulle pubbliche affissioni per le associazioni dal 50% al 75%; riduzione dei costi di fornitura dell’energia elettrica da parte di Enel (accordo di settore con l’ente oppure fondo regionale per il pagamento dell’energia elettrica); deroga per tutto l’anno 2020 sull’utilizzo della Protezione Civile, la dove possibile, come personale di safety & security”.
“Gli eventi dovranno essere allestiti nel rispetto della distanza sociale, pertanto i nostri eventi prevederanno un allestimento (come da esempio di planimetria allegata) che rispetterà le seguenti regole: stand di misura minima 6 metri x 3 metri affinché possa essere mantenuta la distanza minima fra chi ci lavora; stand posizionati ad una distanza laterale minima di 8 metri uno dall’altro e con uno spazio frontale di almeno 15 metri al fine di poter fare code nel rispetto delle distanze; area tavoli con tavoli di profondità 1 metro (3m x 1m oppure 2m x 1m) con la possibilità di sedersi al massimo 4 persone (2 per lato ad una distanza minima di un metro); sanificazione dei tavoli da parte di nostro personale prima che venga utilizzato nuovamente”.
“E ancora: transennamento dell’area dell’evento con un numero di ingressi sufficienti per garantire un accesso contingentato del pubblico per poter mantenere la densità di pubblico 1/3.14 mq. Ogni
ingresso sarà presidiato da personale adeguatamente formato; adeguato personale di sicurezza per un miglior controllo del pubblico; installazione di postazioni con disinfettante senza risciacquo a disposizione del pubblico; sanificazione periodica e costante delle toilette”.
“Il pubblico sarà informato attraverso un sistema di diffusione sonora e adeguata cartellonistica
sulle distanze sociali da rispettare, al di fuori dei nuclei famigliari, e sull’uso dei DPI”.
CONCLUSIONE. “Riteniamo che le proposte fatte, anche se basate prevalentemente sull’esperienza delle Feste di Piazza, possano essere prese in considerazione anche per le altre tipologie di eventi. Restando, comunque, sotto inteso che nell’organizzazione degli eventi dovranno essere rispettate tutte le normative in materia sanitaria, le norme di safety&security e che dovranno essere seguite le eventuali nuove indicazioni sui DPI sia suoi luoghi di lavoro che per il pubblico”, hanno concluso dall’associazione nazionale Cuochi Itineranti.