Sentenza

Sparò 11 colpi contro l’auto di un ristoratore: condannato a 4 anni

Nell'udienza dello scorso 11 settembre l'imputato aveva manifestato l'intenzione di collaborare con gli inquirenti spiegando dove era nascosta l'arma

Savona. E’ stato condannato a quattro anni di reclusione e a pagare una multa di 6.400 euro Detjon Ramaj, il 41enne albanese finito a giudizio con l’accusa di essere la persona che il 17 novembre 2018 aveva crivellato di colpi l’Audi A3 di proprietà di un ristoratore in corso Mazzini ad Albisola Superiore. La sentenza è arrivata questa mattina.

Ramaj, al quale la Procura contestava i reati di danneggiamento aggravato, tentata estorsione e porto abusivo di arma da fuoco, ha subito ammesso di essere il responsabile del danneggiamento, ma ha negato che il gesto – come ipotizzato dagli inquirenti – fosse riconducibile ad una richiesta di denaro legata ad un debito: secondo l’albanese i rapporti tra lui e il ristoratore (suo ex datore di lavoro), che inizialmente erano ottimi, si erano piano piano degradati. Per questo l’imputato avrebbe avuto il “dente avvelenato” nei confronti del commerciante: “Quella sera quando ho visto la sua auto parcheggiata ho perso la testa e ho sparato” ha raccontato Ramaj che ha anche ammesso di aver fatto uso di stupefacenti in quel periodo.

Nell’udienza dello scorso 11 settembre l’imputato aveva manifestato l’intenzione di collaborare con gli inquirenti spiegando dove era nascosta l’arma (finora mai trovata): “E’ in via Genova, sotto casa mia, sotterrata in un terrapieno vicino ad un muro”. Parole in seguito alle quali i carabinieri del nucleo operativo radiomobile, coordinati dal pm Massimiliano Bolla e dal tenente Matteo Ettore Grasso, non hanno perso tempo organizzando immediatamente un sopralluogo. L’udienza è stata temporaneamente sospesa e, tenendosi in contatto con Ramaj attraverso una videochiamata, i militari sono andati a scavare nel luogo indicato di via Genova, ma l’arma non era saltata fuori. Per poterne rilevare la presenza era stato usato anche un metal detector, ma senza successo.

Per questa vicenda è in attesa di giudizio anche un quarantenne italiano, Andrea Riotto, che era finito in manette insieme a Ramaj con il concorso nelle stesse accuse. Secondo la Procura, infatti, aveva spalleggiato l’albanese negli atti intimidatori contro il ristoratore (oltre ai colpi di pistola sono contestati anche altri episodi come citofonate notturne, telefonate e frasi minatorie pronunciate per strada). Sempre questa mattina, però, l’albanese ha negato di essere stato accompagnato la sera in cui ha sparato contro l’Audi: “Ero insieme ad un amico marocchino che però non c’entra nulla con questa vicenda. Era in auto con me, ma non sapeva che avessi l’arma né che intenzioni avevo”.

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