Albenga. “Buongiorno Mondo! Si riparte, con il morale un po’ così, Albenga è una ferita che sarà faticoso rimarginare”. Come a ogni viaggio verso Roma, il senatore Paolo Ripamonti posta un selfie scattato sul treno: questa volta, però, l’espressione è decisamente meno sorridente.
Nel fare l’analisi di quanto accaduto nel ballottaggio ingauno, il leghista recita il mea culpa ma difende la scelta di schierare Gerolamo Calleri come candidato sindaco: “Come Lega abbiamo peccato in qualcosa, di sicuro non nel materiale umano che abbiamo messo in campo e offerto agli albenganesi. Quindi mi sento personalmente responsabile e di questo chiedo scusa a Gerolamo Calleri, Cristina Porro e a tutta la Lega di Albenga”.
Una posizione ben diversa da quella assunta ieri dal segretario provinciale del partito, Roberto Sasso Del Verme: “La Lega non ha assolutamente nulla da rimproverarsi in questa tornata elettorale – aveva esordito – Su Albenga ha fatto un grandissimo lavoro e ottenuto un grande risultato. Voglio rivendicare con forza la nostra trasparenza e appartenenza politica: lo abbiamo fatto dall’inizio, Gero in testa, altri invece l’appartenenza politica l’hanno tirata fuori solo a elezioni concluse. Consapevole di aver dato anima e corpo, la Lega non si può attribuire colpe, ma solo pensare al futuro”.
Prevedibile, a questo punto, un incontro chiarificatore all’interno del Carroccio per definire i contorni della sconfitta e comprendere eventualmente quali errori abbiano influenzato l’esito elettorale, con una sconfitta arrivata per sole 256 schede. “Questa manciata di voti mancante mi tormenterà per un po’ – conclude Ripamonti – Ora si va avanti non arretrando di un solo centimetro”.
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