Liguria. “Ce l’abbiamo fatta! Mancano ancora alcuni seggi, ma quasi 50.000 preferenze mi permetteranno di continuare a rappresentare l’Italia e tutti i cittadini europei all’Europarlamento, grazie di cuore per il vostro impegno e la vostra passione in queste settimane di campagna elettorale. Sarà un onore continuare a lottare insieme per ciò in cui crediamo, per i prossimi 5 anni. L’Europa #PensalaDiversa!”. E’ raggiante Brando Benifei (Pd), unico ligure sicuro, ad ora, di entrare nel Parlamento europeo dopo questa tornata elettorale.
Dunque il parlamentare uscente è riuscito nella non semplice impresa di essere riconfermato.
Diversa la situazione per gli altri candidati liguri. L’unico a sorridere potrebbe essere Marco Campomenosi (Lega), mancano 600 preferenze per sugellare la sua possibile elezione al Parlamento europeo. Lontana dal risultato l’altra ligure, Cristina Porro, favorita dall’alternanza di genere in scheda, ma solo fino a un certo punto.
Nel Pd, il secondo partito, non ce l’ha fatta la giovane genovese Angelica Radicchi. Già presidente dei giovani europeisti, porta a casa comunque un buon risultato con le sue 20 mila preferenze ottenute. Un punto di partenza.
Nel Movimento 5 Stelle risultati poco entusiasmanti per i due liguri, la ventimigliese Silvia Malivindi ma soprattutto il genovese di 28 anni Marco Mes. Sono temporaneamente finiti i tempi in cui, forti delle percentuali bolsceviche, i pentastellati ottenevano posti anche con poche indicazioni nominali. C’è da dire che Tiziana Beghin e Maria Angela Danzì, elette, hanno un po’ di Genova nel loro dna, o per nascita o per avervi trascorso una buona fetta di vita.
Uno dei risultati peggiori, tra gli sconfitti, è però quello messo a segno da Massimiliano Grimaldi. L’avvocato marittimista genovese, unico candidato ligure per Forza Italia spinto da Sandro Biasotti, oltre a non essersi quasi mai visto in campagna elettorale, si è classificato all’ultimo posto con 423 voti. Non ci credeva granché.
In Fratelli d’Italia Gianni Berrino e Ubaldo Borchi restano a fare il loro mestiere di assessore regionale e coordinatore genovese Fdi. Anche il loro partito non sfonda.
Delusione per Lorenzo Tosa, il giornalista balzato agli onori della cronaca politica per aver lasciato “con rabbia” il ruolo di ufficio stampa del gruppo del Movimento 5 Stelle in regione, nonostante la popolarità sui social non supera le 1712 preferenze. Che, vista la ribalta improvvisa, non sono neppure pochissime. Vedremo se Tosa resterà un paladino radical-liberista con “+Europa” anche alla prossime regionali o se, visto il potenziale, trasmigrerà in altri lidi più fertili (sopra il 4%).
A bocca asciutta anche gli altri partiti e quindi nulla da fare per Silvia Parodi e Maurizio Parodi di Europa Verde, per Rosario Carvelli, il portuale della Culmv candidato con La Sinistra e che però sfiora il migliaio di voti. Tra i partiti di estrema destra risultato esiziale sia per Casapound sia per Forza Nuova, ma con il simbolo della tartaruga Marco Mori recupera 2154 voti.
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