Pontinvrea. “Il sindaco della Lega Matteo Camiciottoli rinviato a giudizio per diffamazione nei miei confronti. E per altri, arrivano le condanne. Non cediamo alla violenza di chi si nasconde dietro una tastiera. Come vedete, denunciare chi minaccia e diffama, alla fine paga”. Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook l’ex presidente della Camera Laura Boldrini.
Nei mei scorsi Boldrini aveva denunciato il sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciolotti, che a proposito degli stupri avvenuti la scorsa estate su una spiaggia di Rimini in merito agli arrestati aveva scritto sul suo profilo Facebook: “Potremmo dare loro gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso”.
La replica del primo cittadino leghista non si è fatta attendere: “Stupisce come Laura Boldrini canti pubblicamente vittoria per il rinvio a giudizio che il tribunale di Savona ha disposto in forza di un mio post su Facebook di novembre, in aspra polemica per la campagna politica diretta a far passare il principio dell’accoglienza indiscriminata, spesso causa o quanto meno concausa di gravi reati perpetrati da stranieri sul territorio italiano. Suggerivo sarcasticamente di mandare alcuni delinquenti ai domiciliari a casa sua, affermando altresì che ciò potrebbe averla fatta felice. È lapalissiano che tale frase, certamente aspra, non abbia alcun carattere diffamatorio, ma sia solamente una forte provocazione volta a sottolineare l’assoluta assurdità delle tesi portate avanti da anni da Laura Boldrini, a danno dei cittadini italiani. A processo mi difenderò con le unghie e con i denti chiarendo le più che fondate ragioni che mi hanno portato ad una così dura presa di posizione ai danni della presidenta”.
“Quest’ultima esternazione boldriniana fa da corollario all’intervista da Telese e Parenzo a ‘In Onda’ su La7 il 9 luglio durante la quale l’ex presidente della Camera tornava ad attaccarmi. Ciò che stupisce è che sulla questione è in corso il giudizio della magistratura e una sua affermazione in tal senso può essere interpretata come volta ad influenzare la magistratura, senza contare che si è nuovamente fatto passare il messaggio che io avrei pubblicamente invitato allo stupro la Boldrini. Un messaggio del genere è offensivo e distorto e soprattutto rientra pienamente nella diffamazione a mezzo stampa. Nonostante sia leghista godo, come ogni cittadino, della libertà di parola, tanto cara alla Boldrini quando le fa comodo. Per completezza ricordo che il tweet imputato si configurava come un attacco non a Laura Boldrini, ma alle sue politiche migratorie. È chiaro che la mossa della Boldrini, con la connivenza di La7, è un attacco meramente politico alla Lega di Matteo Salvini e una forte e preoccupante imbeccata alla magistratura. Se dovesse esserci una sentenza potrebbe passare il messaggio che è meglio non attaccare nè criticare gli avversari politici, alla faccia della libertà di parola e pensiero”.
“Sempre nella stessa puntata l’esponente di Leu dichiara di avere invitato ad un confronto tutti coloro che l’avevano insultata, cosa mai accaduta nei miei confronti, anzi, ero stato invitato ad una transazione con una richiesta danni da 250 mila euro. Sarebbe opera di informazione vera da parte dei media di dare voce anche alla controparte nella speranza di sopire definitamente ogni polemica indipendentemente dal giudizio della magistratura”.