No delocalizzazione

Vertenza Asset di Altare, la Fiom: “Ancora nessuna novità, così si perdono altri 50 posti di lavoro”

“E' necessario un intervento risoluto verso il management di Asset ed il Gruppo Brita che ne è proprietaria”

Asset Altare

Altare. “E’ necessario un intervento risoluto verso il management di Asset ed il Gruppo Brita che ne è proprietaria”. A dirlo è il segretario provinciale di Fiom-Cgil Andrea Mandraccia, che aggiunge: “A due giorni dall’incontro svoltosi in Provincia sul futuro dello stabilimento Asset di Altare, incontro nel quale a seguito dell’intervento della presidenza della Provincia si è delineato un percorso di intervento delle istituzioni a cominciare dalla Regione Liguria per far recedere l’azienda dai propositi di delocalizzare la produzione che si stanno a nostro avviso delineando, non abbiamo ricevuto alcun aggiornamento né abbiamo ricevuto notizia di incontri convocati in tempi rapidi”.

“Lo vogliamo ripetere per l’ennesima volta con forza: al fine di evitare il paradosso per cui, mentre sta andando avanti l’iter definito dall’area di crisi industriale complessa per attrarre nuovi investimenti, si rischia di vedere il nostro territorio perdere una realtà produttiva ed occupazionale che non è in crisi ma che ha anzi annunciato da mesi la volontà di procedere ad un importante investimento su nuove linee di produzione è necessario un intervento risoluto verso il management di Asset ed il Gruppo Brita che ne è proprietaria”.

“Pensiamo sia interesse di tutti dimostrare come la decretazione di area di crisi industriale complessa sia uno strumento utile al rilancio del territorio a partire dal mantenimento del patrimonio industriale ancora presente. Inoltre dovrebbe essere interesse delle Istituzioni evitare che le aziende si costruiscano alibi per giustificare scelte di cui dovrebbero assumersi per intero la responsabilità. Se infatti è purtroppo nelle possibilità del management di Asset e del Gruppo Brita decidere di delocalizzare la produzione contribuendo all’ulteriore depauperamento del tessuto industriale del nostro territorio, non dovrebbero però essere accettabile che si creino giustificazioni come la mancata capacità delle istituzioni locali di fornire assistenza a realtà produttive che vogliono mettere in campo investimenti economici”.

“Abbiamo chiesto l’intervento di tutte le istituzioni di fronte al rischio che già la prossima settimana possa arrivare l’annuncio della delocalizzazione. Ad oggi solo il Comune di Altare e la Provincia di Savona hanno risposto. Sollecitiamo nuovamente sia la Regione Liguria che il ministero dello sviluppo economico ad intervenire al più presto”.

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