La protesta

Sciopero di 8 ore delle telecomunicazioni, sindacati: “Migliaia di posti di lavoro a rischio”

Sciopero Poste e telecomunicazioni

Liguria. E’ stato proclamato per mercoledì 1 febbraio da Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil nazionali lo sciopero per l’intera giornata nel settore delle telecomunicazioni. Al centro della protesta il rinnovo del contratto di lavoro e la distanza tra le proposte presentate in piattaforma dalle organizzazioni sindacali e le richieste di Asstel, l’associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta le imprese del comparto.

Sono diversi i temi di scontro: orari di lavoro, part‐time, scatti di anzianità, limitazioni a chi usufruisce della legge 104 per assistenza ai familiari disabili o in difficoltà, controllo a distanza ecc.

“Insieme al rinnovo del contratto ci sono altri gravi problemi che coinvolgono il settore, dalle grandi vertenze che si stanno susseguendo mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro sia nel comparto di customer care (servizi di assistenza) che in quello della rete, così come la dispersione di professionalità fondamentali per l’innovazione e lo sviluppo del Paese. In aggiunta, una grande azienda come Tim decide in modo unilaterale, senza che fosse mai accaduto in precedenza, di disdettare gli accordi aziendali” affermano Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.

“Insomma, una situazione del settore pesantissima per i lavoratori e che potrebbe ripercuotersi a breve anche sull’utenza. Per questi motivi, per riaprire una trattativa seria e produttiva, che tenga insieme il rinnovo del contratto delle telecomunicazioni e la salvaguardia dei livelli occupazionali, i sindacati di categoria proclamano sciopero per l’intero turno di lavoro (8 ore) per mercoledì 1 febbraio 2017. A Genova si terrà una manifestazione sotto la sede della Confindustria a partire dalle ore 9.00”.

Al fianco delle sigle sindacali saranno presenti anche i lavoratori di TIM aderenti ai CLAT (Collettivo Lavoratori Autoconvocati Telecomunicazioni, nato per identificare l’insieme di lavoratori iscritti e non iscritti ad un qualunque sindacato), realtà nate spontaneamente lo scorso anno tra i dipendenti della ex monopolista a seguito della disdetta unilaterale da parte dell’azienda del contratto integrativo di secondo livello.

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