Chiarezza

Santa Corona, il M5S all’attacco del sindaco: “Con lui a rischio il DEA di II livello”

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Pietra Ligure. Il M5S di Pietra Ligure all’attacco del sindaco Valeriani sull’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure: “Leggiamo con stupore le affermazioni dell’ex Sindaco Pietrese Luigi De Vincenzi sul S.Corona collegate all’iniziativa della Breast Unit. Da “buon politico navigato”, poco chiaramente, afferma che il M5S di Pietra Ligure sia in un “imbarazzante silenzio assordante” ammettendo poi il nostro impegno, ma lasciando intendere un’ipotesi di una nostra posizione in favore del S. Paolo di Savona vista la presenza del nostro consigliere regionale savonese Andrea Melis. Di imbarazzante qui c’è solo il suo atteggiamento”.

“Non abbiamo sentito di un suo atto consigliare di contrasto, come ad esempio una mozione per fermare l’iniziativa della Breast Unit e dichiarare che effettuerà un’interrogazione significa che le sue sicurezze non sono pienamente accertate. Se Lei andasse su i siti di informazione liguri digitando “Andrea Melis” o sulla pagina FB dello stesso vedrebbe il lavoro svolto nella provincia e si accorgerebbe che gli interventi a favore di Savona sono rarissimi. Dov’era Lei quando i comitati civici hanno manifestato con la presenza di Alice Salvatore e Andrea Melis? Dov’era quando i comitati hanno raccolto le firme per il ripristino del reparto di pediatria acquisite poi dal nostro consigliere regionale che ne fece una mozione approvata in Consiglio regionale. Dov’era quando colui che si è definito in Consiglio comunale, il sindaco Valeriani, il suo successore riferendosi coerentemente alle sue linee politiche di ammiccamento ai bacini elettorali e alla cementificazione selvaggia, bocciava per ben due volte una nostra mozione per la salvaguardia del DEA approvata poi in Consiglio regionale” aggiunge il M5S pietrese.

“Spieghi anche ai cittadini il senso del suo lavoro a favore di un protocollo di intesa con la Giunta Burlando, proseguito in seguito dal suo epigone Valeriani e definito nullo dall’Assessore alla Sanità Sonia Viale perché non deliberato. Anni di lavoro e soldi spesi dai contribuenti per niente. Spieghi inoltre le “guerre” in seno al suo partito con i savonesi, Di Tulio in testa, per ottenere un ospedale unico a Savona a discapito del S. Corona. Non l’abbiamo sentita intervenire, come invece abbiamo fatto noi, sulla deriva dei dipartimenti di specialità (quelli si in obbligo di dotazione ad un DEA non come la Breast Unit) fluiti verso Savona, amministrata all’ora, così come la Regione, dal partito al quale Lei appartiene, lasciando il S. Corona in deroga. Il tempo della propaganda è finito. Quello che per noi è importante sono le azioni e la capacità di fornire informazioni corrette ai cittadini evitando opportunismi di partito. Per quanto riguarda l’argomento specifico della Breast Unit, sia ben chiaro, abbiamo cercato di capire la razio e gli eventuali spazi per un’azione istituzionale ma per un’azione concreta e coerente mancano i fondamentali”.

“A quanto ci risulta questa iniziativa si basa su report statistici che vanno sempre trattati in ogni campo inserendoli nel contesto della materia e non usandoli come clava per farsi largo. L’ obiettivo primario che è stato dichiarato attraverso studi epidemiologici e conformazione del territorio è l’interesse delle donne e ridurre il turismo sanitario dando una risposta completa ai loro problemi in un unico punto. Il principio è sempre lo stesso: spostare i medici dove sono i pazienti e non viceversa. Un’indagine di questo tipo si basa soprattutto sui dati rilevati e i dati in nostro possesso sono i seguenti, frutto di un’accurata ricerca sulle cartelle cliniche e sui referti anatomotatologici dalle due strutture di competenza dell’ospedale san Paolo di Savona, quindi con doppia validazione”.

“133 interventi su 116 pazienti di cui: 84 per patologia maligna, 20 per patologia benigna, 12 ricostruttivi, 17 reinterventi (per positività del linfonodo sentinella con allargamento del primitivo o per secondo tempo ricostruttivo o per revisione protesi). Come si può vedere il 50 al San Paolo affermato da De Vincenzi è un dato fallace. Ma al di la dei numeri la Breast Unit è una cosa assai più complessa del momento chirurgico”.

“Tutto ciò coinvolge numerosi specialisti di diverse discipline. Il problema non è quindi il rapporto vero e fasullo 50/150 che fa scegliere la sede del centro senologico, ma come dice la legge Balduzzi…mettere le specialità dove c’è la popolazione e non nel deserto”.

“Le 80.000 donne del distretto di Savona-Valbormida sfortunatamente sono più coinvolte per ragioni epidemiologiche. Seconda cosa, al San Paolo l’anatomia patologica, l’oncologia, la radioterapia , il servizio psicologico e le altre specialità forniscono una base certa per la cura complessiva multidisciplinare del K alla mammella come descritto. Nei paesi civili si cerca di concentrare in un unico punto a maggior popolazione tutte le specialità garantendo eccellenza nelle prestazioni e non usando le donne come pacchi postali da far girare a piacimento degli specialisti.

“Ammesso che fosse vero il rapporto 50/150 se le 150 operate non a Savona rappresentassero turismo sanitario sarebbe assai grave da gridare vendetta. Queste analisi sono il frutto comunque di indicazioni nazionali, studi a livello regionale fra specialisti del settore e condivisione delle scelte. Comprendiamo che gli argomenti sanitari siano assai ostici ma è comunque necessario imparare e approfondire gli argomenti prima di esprimere opinioni che possono dare adito a fraintendimenti o ad opportunità politiche. Attendiamo comunque l’esito dell’interrogazione in sede di Consiglio regionale promessa da De Vincenzi e lo invitiamo come nostra abitudine a pubblicare sia le argomentazioni che la risposta” conclude il M5S pietrese.

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