Primo sì

Piano Casa, sì dalla commissione alle modifiche: il 15 dicembre il voto in Consiglio

Piano casa albenga

Regione. La IV commissione Territorio-Ambiente ha approvato il disegno di legge sul nuovo Piano Casa con 16 voti favorevoli (centrodestra) e 15 contrari (Pd, Movimento 5 Stelle, Rete a sinistra).

Soddisfatto il presidente della Commissione, Andrea Costa (Gruppo misto-Ncd Area Popolare): “Sono convinto della bontà del provvedimento che darà risposte ai cittadini”, ha commentato, ricordando che da parte della maggioranza c’è stato un atteggiamento aperto al confronto: “Abbiamo portato avanti un percorso condiviso, recependo molte istanze provenienti dai territori e dalle diverse associazioni di categoria. Sono convinto – ha detto – che le preoccupazioni, ma anche tante strumentalizzazioni, di chi osteggia il piano saranno fugate non appena il provvedimento entrerà in vigore e si vedranno i suoi frutti”. Ha quindi puntualizzato: “Si punta al recupero e alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio, puntando a contrastare il dissesto idrogeologico che affligge molte aree in abbandono. Per questo abbiamo previsto premialità aggiuntive per l’entroterra che vogliono contribuire a mantenere il presidio umano sul territorio”.

Il disegno di legge approderà in Consiglio regionale il prossimo 15 dicembre per il voto finale. Costa sarà relatore di maggioranza. Relatori di minoranza saranno Gianni Pastorino (Rete a sinistra), Luca Garibaldi (Pd), Gabriele Pisani e Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle).

Il provvedimento consente l’ampliamento degli edifici esistenti, fino ad un massimo di 200 metri cubi (prima era di 170 metri cubi), in relazione a diverse “premialità” previste dal provvedimento, alcune delle quali sono state inserite con emendamenti della maggioranza durante l’iter in commissione.

In caso di demolizione e ricostruzione di vecchi edifici, la percentuale di ampliamento del 35 per cento, prevista per le aree costiere, viene innalzata al 40 per cento nelle zone interne. Chi “trasferisce” in un’area sicura un manufatto situato in area esondabile e di dissesto idrogeologico, ha diritto ad un incremento volumetrico pari al 60 per cento nelle aree interne, mentre nelle aree costiere la percentuale è del 50 per cento. Edifici con destinazione non residenziale, potranno diventare abitazioni ma solo se l’edificio in questione ha un volume non superiore ai 200 metri cubi e cioè circa 70 metri quadrati. Il Piano Casa, inoltre, può essere applicato una sola volta su ogni singolo fabbricato e la demolizioni e la relativa ricostruzione di un edificio è consentita soltanto all’interno di un medesimo Comune.

“Con la solita, insensata, miopia cui ci ha ormai abituati, la Maggioranza di centrodestra rigetta in blocco le nostre proposte di modifica – è l’amara considerazione del consigliere Gianni Pastorino di Rete a Sinistra -. Ma certo non intendiamo arrenderci: il fragile territorio della Liguria deve essere tutelato, piaccia o non piaccia alla Giunta Toti. Trasformiamo le nostre osservazioni in una proposta di legge, che andremo a presentare in tutta la regione”. Esito del voto praticamente scontato, visti i precedenti del piano rifiuti. “Ma stavolta c’è un retroscena che desta preoccupazione – commenta Pastorino -. il Partito Democratico non appoggia le proposte delle altre forze d’opposizione, Reste a Sinistra e Movimento 5 Stelle, scegliendo di astenersi ogniqualvolta gli emendamenti impongano espressamente il consumo-zero di suolo. Resta da capire quale futuro immagina il PD per la Liguria”.

Ciò nonostante, il famoso “Piano Verde” firmato da Rete a Sinistra non andrà in soffitta. Diventerà il cardine di un programma politico sempre più teso alla salvaguardia ambientale; un vero e proprio progetto di contrasto alle nuove cementificazioni sponsorizzate dalla Giunta Toti: “Consideriamo il Piano Casa un provvedimento inutile, dannoso e assolutamente mancante di quella visione d’insieme di cui questa Regione, oggi più che mai, avrebbe bisogno – prosegue Pastorino -. Abbiamo presentato il “Piano Verde” (il maxiemendamento che sostituisce totalmente il disegno di legge di Scajola) proprio perché giudichiamo questo testo non emendabile”.

“In sintesi il nostro “Piano Verde” prevede lo stop al consumo di suolo, rispetto dell’invarianza idrica, salvaguardia dei vincoli nei parchi, ripristino totale degli oneri di urbanizzazione, misure di compensazione e mitigazione per prevenire il dissesto idrogeologico – sottolinea Pastorino -. Inoltre riteniamo che i progetti approvati debbano includere opere di de-impermeabilizzazione del suolo e misure antidegrado per zone limitrofe in sofferenza”. Senza dimenticare, da ultimo, un grande progetto di censimento degli immobili sfitti, abbandonati o inutilizzati in ciascun comune della regione: “Ribadiamo: questo è il presupposto essenziale per avviare una seria politica di recupero del territorio – conclude Pastorino -. L’esatta percezione del costruito sul quale intervenire, come alternativa virtuosa all’edificazione indiscriminata di nuovi fabbricati”.

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