Calcio giovanile

“Triplete del triplete”: il record della Cantera Torre de Leon

Savona. C’è una parola nel calcio che è diventata tremendamente di moda: “triplete”. Sostantivo spagnoleggiante, rilanciato nel Bel Paese dall’Inter nel 2010 al posto del più italico “tripletta”, capace come poche cose altre al mondo di risultare dolce e amarissimo al tempo stesso. Dolce per chi lo fa (o addirittura lo rifà), indigeribile per tutti gli altri patiti di calcio.

Ma proprio il “triplete” è la cartina al tornasole di un calcio che è cambiato diventando sempre più schiavo dei soldi e dei fondi d’investimento, con la forbice tra le papabili all’en plein e le altre che è aumentata a dismisura ed è forse anche per questo che l’impresa della Juventus di Allegri poteva essere ulteriormente storica.

Del resto, che il calcio europeo sia squilibrato lo dicono i numeri, quelli più crudi e semplici senza scomodare analisi di bilanci e mercati da laurea in economia, ed il proliferare di triplette negli ultimi anni né è la più logica e diretta conseguenza. La Champions League è diventata roba per pochi eletti, ovviamente ricchi. Dal 2009 a oggi, in sei anni, sono stati ben quattro i triplete (Barcellona, Inter, Bayern e ancora Barcellona), tanti quanti ne erano stati conquistati nei precedenti cinquantaquattro (Celtic, Ajax, Psv, Manchester United).

Il segno tangibile e innegabile dello squilibrio nel calcio che andrà sempre peggiorando. In questo scenario le due corse di Inter e Juventus assumono un significato ancora più speciale. Il trionfo del 2009 di Mourinho su tutti i fronti e quello sfiorato dagli Allegri boys non sono paragonabili a quello messo in bacheca dal Barcellona di Messi. Risorse economiche troppo diverse, un sistema fiscale inconfrontabile e una forza politica in Europa maggiore rendono praticamente impari il confronto, basti pensare a come Neymar e Suarez sono sbarcati in Catalogna. Come loro il Real Madrid, il Bayern, ma anche Manchester City e Psg. Tutte squadre che grazie alla potenza della moneta sonante ogni anno costruiscono squadroni quasi imbattibili.

Pochi grandi società, più o meno limpide, con a disposizione risorse abbondanti e quindi piene zeppe di campioni, rendono la corsa al triplete di fatto una sfida a tre-quattro, non di più. Quasi un obbligo, un obiettivo da provare con concretezza a realizzare, non più un’impresa fantastica. Per loro. Per gli altri restano le briciole e il sogno che quel pallone, spesso imparziale come nient’altro al mondo, rotoli dalla parte giusta. Lui non prende soldi, solo calci.

Ma il fascino che desta l’impresa del “triplete” assume un sapore del tutto particolare, indipendentemente dalla società che lo raggiunge e dal tipo di sport attraverso cui lo si ottiene che si tratti della Dinamo Sassari nel basket o della Yamamay nel volley femminile. Triplete resta però una parola spagnola molto nota prevalentemente ai tifosi di calcio. In Italia la si usa molto dal 2010, quando l’Inter ha avuto una delle migliori stagioni calcistiche della sua storia, e si sta citando moltissimo dopo la finale di Champions League che la Juventus ha perso contro il Barcellona il 6 giugno a Berlino.

Triplete letteralmente significa “tripletta” ed è la parola usata per indicare la vittoria, nella stessa stagione, di tre competizioni. Il Barcellona in questa stagione ha vinto la Liga, il 30 maggio la finale di Coppa del Re (la coppa nazionale spagnola), contro l’Atletico Bilbao ed infine la Champions,

Le competizioni nazionali, continentali e internazionali che una squadra di calcio importante gioca in una stagione possono essere molte, anche più di tre: e quindi anche i triplete possono essere di diversi tipi. Il più importante è però il triplete classico, definito dalla Uefa (l’unione delle federazioni calcistiche europee) come la vittoria del campionato nazionale, della coppa nazionale e della Champions League (che fino al 1992 si chiamava Coppa dei Campioni).

Nella storia del calcio le squadre che hanno vinto il triplete classico sono otto. Nell’ordine: il Celtic nel 1967, l’Ajax nel 1972, il PSV Eindhoven nel 1988, il Manchester United nel 1999, il Barcellona nel 2009, l’Inter nel 2010, il Bayern Monaco nel 2013, il Barcellona nel 2015. Oltre alle tre coppe necessarie per ottenere il triplete, tutte queste squadre (tranne il PSV Eindhoven) sono riuscite, in quella stessa stagione, a vincere anche altri trofei: supercoppe europee, supercoppe nazionali o, in alcuni casi, anche la Coppa Intercontinentale, che da alcuni anni è diventato il Mondiale per club.

Le otto squadre che hanno vinto il triplete, che è un riconoscimento “ufficioso”, non un vero e proprio trofeo, l’hanno vinto in quelle che probabilmente sono state fra le migliori stagioni della loro storia, grazie a giocatori, allenatori e partite che fanno ormai parte della storia del calcio. Per rimanere sulla notizia che vi stiamo comunicando bisogna proprio ammettere che innegabilmente il destino del “Triplete” è legato alla città di Barcellona e quindi alla terra di Catalunya.

Non è un caso se la semifinale Barcellona-Inter, finita 1 a 0, è stata giudicata, da Mourinho “la più emozionante partita degli ultimi 50 anni”. Non è un caso se proprio il Barcellona è l’unica società ad essere riuscita nell’incredibile impresa in due occasioni (2008/09 e 2014/15 appunto). Non è un caso se il patron della biancoceleste Pro Recco, Gabriele Volpi, dopo la vittoria dell’ottava Champions di pallanuoto sui croati del Primorje avvenuta proprio al Picornell di Barcellona, abbia da lì dichiarato di voler dare l’assalto al “triplete del triplete” dando l’appuntamento a Budapest 2016.

E, con tutto il rispetto e con le debite proporzioni, pensiamo che non sia un caso se tra i vari e più conosciuti “treble” confederali, federali, nazionali, misti ed individuali, quello centrato dalla ASR Cantera Torre de Leon di Savona vincitrice per tre anni consecutivi (2013, 2014 e 2015) dei tre tornei internazionali di calcio giovanile a cui ha partecipato (“triplete del triplete”) sia stato ottenuto sulle coste iberiche (Blanca, Maresme e Daurada) a pochi chilometri da Barcellona.

I complimenti e le felicitazioni della redazione sportiva di IVG vanno quindi ai giovani talenti “tricampeones” provenienti dalla città dei Papi che hanno con onore e con orgoglio esportato l’immagine vincente della nostra provincia in campo sportivo europeo contribuendo a farne conoscere le eccellenze di cui di certo non difettiamo. Forza e coraggio dunque e avanti tutta con la “proxima missio impossible”: el quarto triplete.

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