Provincia. 12 agosto. Segnatevelo sul calendario, piccoli imprenditori e artigiani savonesi: soltanto a partire da quel giorno, infatti, starete iniziando a guadagnare qualche soldo nel 2015. Fino ad allora, infatti, avrete lavorato soltanto per pagare le tasse: e in tasca non vi sarà rimasto neanche un centesimo.
E’ quanto emerge da uno studio di CNA, che ha controllato in 112 città italiane, cioè tutti i capoluoghi di provincia, il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole e medie imprese e sugli artigiani. E secondo i calcoli di CNA il “Tax Day”, ovvero quel giorno in cui si raggiunge il “pareggio”, a Savona arriverà appunto il 12 agosto.
“Sulle piccole imprese continua ad accanirsi un fisco fra i più voraci d’Europa – denuncia CNA – anche se questa voracità sta cominciando, di poco e lentamente, a calare: nel 2015 il peso complessivo del fisco si profila un calo dell’1,7%, passando dal 63,9% del 2014 al 62,2% come media nazionale. Il calo del 2015 va interamente intestato all’abolizione della componente lavoro dell’Irap, beneficio purtroppo dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (IVS) mentre il taglio dell’Irap si è trasformato in reddito d’impresa, e quindi immediatamente soggetto a tassazione Irpef”.
Molte sono le brutte sorprese scoperte dal Centro Studi CNA: alla fine del 2015 si arriverà, dato medio su Italia, al 62,2% di imposte e tributi che una azienda dovrà pagare alle pubblica amministrazione. “E’ la conseguenza di un mostro fiscale a tre teste (nazionale, regionale e comunale) che opera incessantemente su artigiani e Pmi – attacca CNA – e di cui da anni chiediamo una profonda revisione”.
Se guardiamo alla classifica delle 112 città capoluogo Savona si colloca a metà classifica con il 61,7%, con una differenza dello 0,5 in meno sulla media nazionale. “Alla pressione fiscale e tributaria, teoricamente omogenea sul territorio nazionale – spiegano da CNA – a Savona avvertiamo costi superiori alla media in particolare per lo smaltimento dei rifiuti e per le le imposte sui capannoni e laboratori artigianali. Costi che fanno sì che un impresa savonese, indipendentemente da proprio giro d’affari, occupati o settore debba lavorare per pagare tasse e imposte dal 1 gennaio al 12 agosto, ben 194 giorni all’anno”.
“I restanti giorni dell’anno devono essere destinare a pagare i propri dipendenti, i fornitori, i canoni, gli obblighi di legge per quanto riguarda la sicurezza sul luogo del lavoro, la burocrazia, gli oneri finanziari e bancari, i mutui per gli investimenti, le assicurazioni… e solo dopo l’imprenditore potrà pensare alle necessità per sé stesso e la propria famiglia”.
“In nessuna parte del mondo le imprese subiscono una tale pressione – sostiene Paola Freccero, imprenditrice del settore alimentare e presidente provinciale CNA Savona .- in particolare l’Imu sta diventando un elemento estremamente pericoloso per le imprese e un limite allo sviluppo. L’imprenditore che voglia ampliare il capannone o il laboratorio o costruirne uno è costretto a chiedersi quanto costerà di nuove tasse facendo molte volte svanire ogni opportunità di investire e di creare occupazione. Come CNA chiediamo agli Enti Locali buoni servizi a tariffe eque, alla Regione politiche di sviluppo e di promozione che assicurino opportunità per le imprese, al governo una revisione del sistema fiscale che sta stritolando la piccola impresa”.