Savona. E’ stato fissato per giovedì mattina l’interrogatorio dell’ispettore della polizia postale Alberto Bonvicini dopo che ieri pomeriggio i poliziotti della squadra mobile gli hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per la grave accusa di violenza sessuale di gruppo.
Insieme al poliziotto in manette (ma agli arresti domiciliari) è finito anche un carrozziere savonese, Mario Di Buono, che deve rispondere in concorso con Bonvicini dell’accusa di aver commesso abusi sessuali verso una donna savonese. Secondo le indiscrezioni trapelate, nell’ordinanza di custodia cautelare, che ancora una volta porta la firma del gip Fiorenza Giorgi, all’ispettore viene contestato di aver approfittato della condizione psicologica della presunta vittima delle molestie che, secondo quanto accertato, viveva una sorta di “soggezione” verso l’uomo. In questo contesto sarebbe stato coinvolto anche Di Buono, che conosceva Bonvicini, e che avrebbe assistito ad un incontro privato tra il poliziotto e la signora. Di qui la contestazione di violenza sessuale di gruppo che ha portato al nuovo arresto.
La svolta nell’inchiesta, che aveva preso le mosse dal suicidio della dottoressa Luisa Bonello, è arrivata proprio mentre gli inquirenti, coordinati dal pm Giovanni Battista Ferro, indagavano sulle altre ipotesi accusatorie: circonvenzione d’incapace, omicidio colposo e truffa ai danni dello Stato.
Scavando nella vita di Bonvicini sarebbero emersi alcuni particolari che hanno portato gli investigatori ad ipotizzare che l’indagato potesse aver approfittato “dell’influenza” che aveva sulla donna con la quale aveva una frequentazione.
La seconda misura cautelare si aggiunge a quello del novembre scorso che lo aveva portato in carcere per le contestazioni relative alla circonvenzione d’incapace e truffa. Accuse emerse proprio durante le indagini sulla morte della dottoressa che, nel settembre 2014, si è tolta la vita con un colpo di pistola nella sua casa in via Genova.
Era stato proprio indagando sul gesto estremo del medico che gli inquirenti avevano scoperto le irregolarità commesse dall’ispettore. Oltre al sospetto che avesse approfittato delle condizioni della donna per farsi consegnare un totale di circa settantamila euro, contro il poliziotto era stata mossa anche l’accusa di omicidio colposo (in concorso con l’ex marito di Luisa Bonello, Mauro Acquarone, e la dottoressa Noemi Donati) per non aver segnalato la presenza nella casa della vittima di un piccolo arsenale. Infine l’accusa di truffa ai danni dello Stato perchè, questa l’ipotesi della Procura, in orario di lavoro (anche quando risultava in straordinario) si dedicava ad attività private oppure si assentava dall’ufficio dichiarandosi malato, ma avvalendosi di certificati medici che secondo gli inquirenti erano falsi.
Giovedì mattina davanti al gip Giorgi i due arrestati avranno la possibilità, se non sceglieranno di avvalersi della facoltà di non rispondere, di spiegare la loro versione rispetto alla grave accusa mossa dal pm Ferro.