Economia

Duro attacco dei Verdi a Filse: “Non investe nello sviluppo ligure ma in operazioni finanziarie”

palazzo regione

Liguria. Duro attacco dei Verdi Savonesi alla Filse, la società finanziaria della Regione Liguria, nell’ambito del convegno dedicato alle prospettive della Green Economy nel Comune di Cairo, alla presenza di imprenditori, politici e giornalisti. Le dichiarazioni preoccupanti riprese dai Verdi sono arrivate da Francesco Ferrante vice presidente del Kyoto Club, già direttore generale di Legambiente, senatore del Pd fino al 2013, docente all’Università “La Sapienza” di Roma, impegnato nelle politiche di intervento per i settori produttivi dello sviluppo sostenibile (efficienza energetica e lavoro nei settori delle energie rinnovabili).

“La finanziaria regionale con le sue controllate e collegate opera come un “sistema integrato” per la gestione di fondi comunitari, nazionali, regionali e comunali, per la partecipazione al capitale d’impresa, per l’internalizzazione (“insourcing/approvvigionamento interno), il marketing territoriale, il recupero e la rigenerazione di are industriali…In pratica significa che la Filse gestisce tutti i fondi destinati alla Liguria, dalla Comunità Europea, dallo Stato Centrale, dalla Regione e dal Comune per lo sviluppo dell’economia ligure. Ma gran parte delle risorse sono destinate ad operazioni bancarie, obbligazioni ed azioni. Basta controllare le voci del bilancio: crediti verso enti creditizi, crediti verso altri enti finanziari, obbligazioni e altri titoli a reddito fisso, azioni-quote e altri titoli a reddito variabile” afferma il portavoce dei Verdi Gabriello Castellazzi.

“Questo significa che la massima parte dei fondi disponibili destinati all’economia ligure, alla sua crescita e allo sviluppo per creare nuovo lavoro sono invece investiti in depositi bancari, in enti finanziari, in obbligazioni e azioni detenute in portafoglio. E questo, in una situazione di crisi economica e di mancanza di lavoro, è veramente scandaloso!”.

“Sarebbe anche particolarmente interessante sapere il nome delle Banche presso le quali si trovano i depositi, visto un ammontare così importante di soldi pubblici che queste gestiscono. Servono urgenti spiegazione pubbliche, che ci sembrano doverose” conclude Castellazzi.