Cairo M. La società calcistica del Bragno avrà il suo stadio, non in erba sintetica, come auspicato da dirigenti e giocatori, ma non ci sarà nessuno sfratto.
In queste ultime settimane si è animata la battaglia tra il Comune, nello specifico il sindaco Fulvio Briano, e la società sportiva in merito ad un possibile annullamento dell’operazione Bistolfi che avrebbe previsto la mancata realizzazione del nuovo campo nella frazione di Bragno.
Facendo un passo indietro, poco più di anno fa l’amministrazione comunale aveva annunciato che il campo di calcio attuale, sulla sponda sinistra del fiume Bormida, sarebbe stato trasformato in centro logistico della ditta Bistolfi. A sua volta, l’attuale sede operativa di Bragno della società di autotrasporti, che si trova in sponda destra del fiume avrebbe ospitato il nuovo campo di calcio, di misure regolamentari e dotato di tutti i servizi.
Una soluzione progettuale che aveva messo tutti d’accordo, nel comune di Cairo Montenotte, dopo anni di discussioni. Nel luglio del 2010, infatti, la società Bistolfi Livio Autotrasporti aveva presentato in municipio l’istanza per costruire un capannone artigianale sulle proprie aree, che si estendono su circa 16 mila metri quadrati (su cui si trova un capannone artigianale di circa 2 mila mq), con accesso da via Stalingrado. In sede di conferenza dei servizi erano emerse riserve di carattere paesistico da parte della Regione Liguria, con l’invito alla società di cercare soluzioni alternative maggiormente compatibili.
L’anno successivo, dopo una serie di confronti con il Comune di Cairo Montenotte, è stato così presentato un progetto sostitutivo, con il coinvolgimento del terreno – 22 mila 500 metri quadrati a monte del ponte ferroviario di località Curagnata – su cui è stato realizzato il campo sportivo, con annesso parcheggio.
La soluzione prevedeva sostanzialmente uno scambio di aree. Con una permuta parziale, al posto del campo sportivo veniva costruito il capannone della ditta Bistolfi (di una superficie coperta di 4.742 metri quadrati e una superficie lorda di 5.136 mq) e quest’ultima, a proprie spese, avrebbe costruito il nuovo cam-po di calcio sui propri terreni.
Il capannone aveva una superficie coperta di 4.742 metri quadrati e una superficie lorda di 5.136 mq, ovvero esattamente le stesse dimensioni dell’attuale campo di calcio. L’area complessivamente trasferita dal Comune alla ditta Bistolfi era di circa 16 mila metri quadrati (comprendendo piazzali per sosta e manovra, parcheggi, aree verdi private, ecc.), ovvero la stessa superficie dei terreni di proprietà Bistolfi che dovevano essere trasferiti al Comune.
Su queste ultime aree veniva costruito il nuovo campo da gioco, con una spesa che si presumeva intorno ai 650 mila euro, mentre la destinazione d’uso dell’esistente capannone di 2 mila mq variava da “artigianale” a “prevalentemente commerciale”. Questi gli accordi. Da qui un’infinita scia di polemiche, discussioni, proposte e, forse, anche malintesi, al punto che da una parte sembrava che la società calcistica, capitanata dal presidente Roberto Ferraro, non accettasse il trasferimento in un nuovo campo se questo non fosse stato in erba sintetica, dall’altra, proprio poche settimane fa, il sindaco stesso si era detto irremovibile sulla sua volontà di smantellare lo stadio e offrire alla dirigenza il campo cairese del Rizzo, a fronte di un dirottamento del denaro verso opere più prioritarie per il bene della comunità.
Ora è proprio il primo cittadino che spiega: “Si sono finalmente moderati i toni e rassicuro tutti sul fatto che Bragno avrà, alle condizioni iniziali, il suo stadio. La questione è stata fin troppo strumentalizzata, come è stata utilizzata pateticamente la figura di Paolo Ponzo a cui io stesso ho voluto intitolare l’impianto sportivo lo scorso anno”.
Se l’operazione andrà in porto la società avrà un nuovo stadio, altrimenti si terrà quello attuale, ciò che conta è che proseguirà a Bragno l’attività dei biancoverdi.