Cronaca

Spaccio e usura, 9 anni di reclusione totali per tre albanesi arrestati nell’Operazione “Viper”

Savona. Arrivano altre condanne tra gli indagati nell’ambito dell’Operazione “Viper” (dal soprannome dato alla Corvette di uno del gruppo) condotta dalla polizia e che aveva scoperto un presunto giro di spaccio, usura, estorsioni ed intimidazioni gestito da albanesi con la collaborazione di alcuni italiani.

Stamttina davanti il gup Emilio Fois, in abbreviato, ha condannato a quattro anni di reclusione Edmond Gjini, 30 anni, a tre anni il fratello Albert di 40 anni, e a due anni Ylli Lala, di 37, tutti e tre di nazionalità albanese.

In precedenza per lo stesso procedimento, i fatti risalirebbero al periodo tra il gennaio e il giugno 2012, un quarto albanese, Emirjon Lala, 25 anni, aveva patteggiato cinque mesi e venti giorni di reclusione, oltre a duemila euro di multa. Oltre a loro erano finiti ai domiciliari anche Igor Turezzini, 34 anni, parrucchiere di Albisola, e Ivan Chessa, 34 anni, savonese, mentre altre otto persone, quattro albanesi e altrettanti italiani, erano invece state denunciate a piede libero.

Il dirigente della squadra mobile savonese, Rosalba Garello, dopo gli arresti aveva spiegato: “Questa era un’organizzazione dedita non solo allo spaccio di stupefacenti, ma anche all’usura, non disdegnando di ricorrere a modalità estorsive a volte particolarmente gravi. Per recuperare i crediti effettuavano minacce serie agli interessati o ai familiari degli stessi.

Gli estorsori chiedevano la vendita di oggetti di valore o perfino autovetture o immobili. A fronte di prestiti da 10 mila euro gli usurai arrivavano a chiedere cifre che sono arrivate in un caso a 45 mila euro e in un altro addirittura a 100 mila. Si pensi che un’automobile acquistata a 30 mila euro è stata svenduta a 15 mila.

L’organizzazione era costituita complessivamente da una ventina di persone. I due fratelli albanesi che insieme ad un terzo tenevano le fila dell’organizzazione si avvalevano di pusher che piazzassero la cocaina ad un certo livello. Mediamente venivano venduti due etti di cocaina per volta, in pietra, quindi quintuplicabile una volta raffinata. Per il valore tra i 60 e 70 euro al grammo.”.