Cronaca

Accusato di aver informato 4 spacciatori di essere nel mirino dell’Arma: chiesti 14 mesi per un ex carabiniere

Savona Tribunale

Savona. Quattordici mesi di reclusione per l’accusa di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e favoreggiamento personale. E’ questa la condanna richiesta dal pubblico ministero Ubaldo Pelosi nei confronti di un ex appuntato dei carabinieri, M.A., 48 anni, che è a giudizio davanti al Collegio del Tribunale di Savona. Il militare, secondo l’accusa, avrebbe rivelato ad un quarantenne albenganese, C.C., l’esistenza di indagini in corso a carico suo e di altre tre persone (M.H., un marocchino, M.A. e M.F.) per un presunto giro di spaccio.

Sempre secondo quanto ricostruito dagli accertamenti svolti dai colleghi dell’appuntato, grazie alle “soffiate” del collega, i quattro spacciatori sarebbero riusciti ad eludere le indagini su di loro. In particolare, in seguito alle rivelazioni, avrebbero cambiato tutte le loro utenze telefoniche e avrebbero iniziato ad evitare di scambiarsi informazioni “esplicite” al telefono.

Gli episodi che vengono contestati risalgono al periodo novembre-dicembre 2008 quando la presunta “talpa” prestava servizio presso la Compagnia di Albenga (a partire dal gennaio 2009 l’appuntato aveva preso servizio presso la caserma di Alassio e dal maggio 2012 è in congedo). Secondo l’accusa mentre M.A. avrebbe rivelato informazioni sulle indagini i quattro avrebbero gestito uno “smercio” di droga proprio nell’albenganese e nell’alassino.

Accuse che l’ex carabiniere, assistito dall’avvocato Antonio Marino del Foro di Roma, ha sempre respinto. Questa mattina, dopo la requisitoria del pm, nella sua arringa difensiva il legale ha precisato che il suo assistito non ricopriva un incarico investigativo e quindi non poteva essere a conoscenza dei dettagli sulle indagini in corso, in particolare quelli sulle intercettazioni telefoniche.

Il difensore ha anche aggiunto che non si deve porre l’accento sulle amicizie o frequentazioni dell’imputato (alcuni dei volti coinvolti nell’indagine sul giro di spaccio conoscevano da tempo l’ex carabiniere), ma sulle effettive rivelazioni di notizie riservate. Sempre secondo la difesa infatti da parte di M.A. non ci sarebbe mai stata alcuna rivelazione e, se in alcune intercettazioni era nominato, accadeva solo perché chi parlava millantava amicizia con il militare. Al termine della discussione il processo è stato rinviato al prossimo 24 luglio per le repliche e la sentenza.