Ospedale di Albenga, apparecchiature Point of Care. Melgrati: “L’uso deve essere vietato al personale infermieristico”

Marco Melgrati

Albenga. Il consigliere regionale Marco Melgrati, capogruppo del Pdl, ritorna sulla questione dell’introduzione, all’ospedale di Albenga, presso il punto di primo intervento, delle apparecchiature “automatiche” per le analisi del sangue “Point of Care”, recentemente acquistare dal direttore generale dell’Asl2 Neirotti.

“Infatti – fa sapere Melgrati – mi sono documentato e in tutta Italia, in seguito ai ricorsi delle associazioni di categoria del personale paramedico, fioccano le sentenze che impongono alle Asl di far esaminare i risultati dei test sul sangue eseguiti dalla strumentazione denominata ‘Point of Care Testing’ esclusivamente da tecnici di laboratorio e non da personale infermieristico”.

“Emblematica la sentenza del tribunale di Montepulciano – prosegue -, relativa ad un ricorso presentato da alcuni infermieri della Asl di Siena, ma anche le sentenze del tribunale di Latina e quello di Pordenone. Infatti, il tribunale di Montepulciano ha sentenziato che l’attività collegata al sistema sperimentale Point of Care Testing è riservata al tecnico di laboratorio e non esigibile da parte dell’infermiere. Una sentenza che chiarisce in modo inequivocabile la vicenda e può essere utilizzata in tutte le situazioni dove le amministrazioni pretendono l’intervento dell’infermiere per questa attività in sostituzione dei tecnici di laboratorio”.

“Il giudice del lavoro del tribunale di Montepulciano – aggiunge Melgrati – stabilisce che l’utilizzo dei POCT è ‘di oggettiva complessità e rientrante nella indiscussa competenza del tecnico di laboratorio’. Alla luce di quanto su elencato deve ritenersi che l’attività propria dell’esercente la professione infermieristica riguardi ‘la prevenzione delle malattie, l’assistenza ai disabili e l’educazione sanitaria’ e, non trovando fondamento su di un’espressa previsione normativa o contrattuale (collettiva e/o individuale) sull’uso dei POCT, da parte dell’infermiere”.

Melgrati cita anche una sentenza del tribunale di Latina: “Accertato che l’effettuazione degli esami emodiagnostici di urgenza con l’utilizzo della strumentazione POCT non rientra nelle mansioni proprie del personale infermieristico e, quindi, dei ricorrenti, ma rappresenta una mansione aggiuntiva, condanna l’Azienda Usl Latina a corrispondere ai ricorrenti stessi l’indennità relativa all’esecuzione di detti esami, nella misura già determinata dalla stessa resistente con delibera istitutiva del progetto POCT, o in altra somma maggiore o minore che sarà ritenuta equa e di giustizia, per tutto il tempo in cui gli stessi ricorrenti continueranno a svolgere dette mansioni”.

“I tribunali – si domanda Melgrati -, oltre a riconoscere l’obbligo esclusivo delle analisi dei risultati ai tecnici di laboratorio, ha riconosciuto, per il periodo precedente alle sentenze, una indennità agli infermieri che hanno effettuato questa attività. E allora, non sarebbe più opportuno riservare questa attività ai tecnici di laboratorio? Dove è il risparmio, se si deve dare una indennità agli infermieri? Non sarebbe meglio mantenere la reperibilità notturna del Dirigente medico e il turno di notte del tecnico di laboratorio?”.

“Appare comunque chiaro – conclude Melgrati – che l’utilizzo del POCT è del tecnico di laboratorio e non del personale infermieristico. Ho presentato per questo motivo una interrogazione urgente in Consiglio regionale, che si aggiunge alle due precedenti già agli atti sulla presunta chiusura del Laboratorio di Analisi dell’ospedale di Albenga e quella sul Point of Care”.