Economia

Bric Tarinè, la più grande miniera di titanio del mondo. Il sindaco Orsi: “Impressionato e confuso, mi sto documentando”

Parco del Beigua

Albisola Superiore. E’ il più grande giacimento di titanio del mondo. Almeno, così è stimato. Precisamente di rutilio, da cui appunto il titanio si ricava, e fa gola a molte multinazionali dell’estrazione mineraria. Si trova nell’area del Monte Tarinè a Piampaludo. Oggetto di dibattiti in diverse occasioni, “il tema viene riproposto ciclicamente” sottolinea il sindaco albisolese Franco Orsi.

Lo stesso Orsi all’inizio degli anni Novanta fu tra coloro che si oppose all’idea di uno sfruttamento minerario della zona, facendo quindi rientrare il Tarinè nel Parco del Beigua. Si pensava che la salute pubblica potesse essere intaccata dall’inquinamento legato alla presenza di crocidolite, il cosiddetto amianto azzurro. Da allora la tecnologia estrattiva ha fatto passi da gigante e oggi l’idea di una concessione ad una multinazionale si riaffaccia, anche perché i diritti di estrazione valgono un tesoretto: 500 milioni all’anno per un quinquennio. Di fatto una manna per le casse della Regione Liguria.

Il sindaco Orsi si sta documentando sulla questione, perché appunto il Tarinè è ad una trentina di chilometri di Albisola. “Sono rimasto piuttosto impressionato e confuso: quell’area che conosco bene e che ho praticato molte volte per gite o per giornate di caccia è bellissima dal punto di vista naturalistico. In quel monte, già a livello superficiale c’è il secondo o il terzo giacimento al mondo di titanio sotto forma di rutilio. Il valore economico del giacimento è incredibile” afferma il primo cittadino. Un valore che viene quantificato in 400 miliardi di euro.

Se si considera anche l’aspetto qualitativo del rutilio savonese, quello del Tarinè è il più importante giacimento al mondo. Il titanio ricavato sarebbe più puro rispetto ad altri giacimenti come, ad esempio, quello norvegese di Engebofjellet.

La materia continua a riguardare il rapporto delicato tra sviluppo economico e ambiente. “Io non sono di quelli che ha una certezza subitanea, non ho un’opinione discriminante senza documentarmi – dice Orsi – Sono passati dieci anni dall’inserimento del Tarinè nel Beigua. Oggi si conosce molto di più sul reale impatto ambientale. Un’agenzia come Morgan Stanley inserisce quest’area con il titanio tra i 50 migliori affari del settore nel mondo. E’ un top business. Quindi è difficile pensare che qualcuno prima o poi non si faccia avanti”.

Con la “fame” internazionale di titanio, che trova impiego nei settori più svariati, il bric di Piampaludo difficilmente rimarrà fuori dall’orizzonte degli interessi di grandi multinazionali. Dopo l’uscita di scena della Du Pont, che aveva rinunciato all’esplorazione proprio perché la zona, rientrando nell’ente parco, non poteva essere toccata, più recentemente a farsi avanti è stato un colosso canadese: la Golder Associates (anche tramite la controllata Sai Global). Questa volta, a differenza delle prime richieste di ricognizione ed estrazione degli anni Settanta, c’è anche un piano di tutela ambientale.