Cronaca

Accusato di truffa per essere andato in settimana bianca durante la malattia: ex carabiniere assolto

Tribunale

Alassio. Era accusato di falso, truffa militare, peculato e violazione di consegne. Un ex carabiniere in servizio ad Alassio (oggi in pensione), Gerardo Cellamaro, 45 anni, questa mattina, davanti al collegio del tribunale di Savona è stato assolto da ogni accusa “perché il fatto non sussiste”. Insieme a lui a giudizio, solo per il concorso nei reati di falso e truffa, era finito anche il suo medico di base, Riccardo Tomatis, di 51, che aveva redatto il certificato medico finito al centro dell’inchiesta della Procura. Anche per lui è arrivata dai giudici una sentenza di assoluzione.

I fatti contestati all’ex militare risalgono al periodo tra il febbraio ed il marzo del 2009 quando l’uomo, ins ervizio nella città del Muretto, aveva ottenuto una certificazione clinica con la diagnosi di una paresi al braccio sinistro e l’invito a 30 giorni di riposo. Una malattia che, secondo l’accusa, però non era reale. La dimostrazione sarebbe arrivata dal fatto che, proprio nel periodo di assenza dal lavoro, il carabiniere sarebbe stato con la famiglia in settimana bianca a Canazei. Da lì era partita la denuncia nei suoi confronti che aveva portato poi anche alla contestazione dell’accusa di peculato: secondo gli inquirenti infatti era emerso che l’uomo aveva utilizzato la macchina di servizio per scopi personali.

Accuse che Cellamaro, difeso dall’avvocato Nazareno Siccardi, ha sempre respinto con decisione. Sul fatto che la malattia fosse reale, secondo la difesa, non c’erano dubbi: il medico aveva redatto il certificato sulla base dei responsi di due specialisti che avevano visitato il paziente. Per quanto riguarda la settimana bianca invece il militare non avrebbe affatto partecipato alla vacanza, ma si sarebbe limitato ad accompagnare i famigliari nella località montana. Infine sull’accusa di peculato il carabiniere ha precisato di essersi fermato davanti ad un ufficio della Asl per ritirare un certificato proprio relativo a quel periodo di malattia, ma senza compiere deviazioni rispetto al tragitto che, insieme al collega, doveva effettuare. Inoltre il difensore dell’imputato ha sottolineato come, proprio in quell’occasione, la sosta nell’ufficio fosse stata autorizzata dal capo pattuglia.