Vado L. Mentre continuano le operazioni di completa rimessa in pristino delle condutture del campo boe Sarpom, nella rada di Vado, danneggiate il 25 gennaio nel corso della manovra di ormeggio di una petroliera, con il terminale ha ripreso le operazioni di discarica già il 28 gennaio, ma solo al 50% delle potenzialità, una ditta savonese di operatori subacquei ha terminato la verifica dello stato dei fondali interessati dall’incidente, senza trovare alcuna traccia di inquinamento; il residuo di idrocarburi che si trovava all’interno del manicotto di scarico interessato dall’incidente – circa 80 litri di prodotto – era stato immediatamente circondato da due linee di panne galleggianti e assorbenti e recuperato con mezzi idonei nelle giornate del 25-26 gennaio dai rimorchiatori antinquinamento della ditta Transmare di Vado Ligure.
Il buon esito dell’operazione, coordinata dalla sala operativa della Capitaneria di Porto di Savona, che ha attuato le disposizioni del “Piano Operativo locale di emergenza per fronteggiare gli inquinamenti marini da idrocarburi e da altre sostanze nocive”, ha messo in luce l’importanza determinante, nell’impegno quotidiano delle amministrazioni pubbliche e degli operatori economici coinvolti, di curare l’aspetto preventivo della lotta agli inquinamenti marini.
Infatti, a partire dal 2003, le ordinanze della Capitaneria di Savona che regolamentano le operazioni portuali di carico e scarico idrocarburi prevedono la presenza costante e preventiva di mezzi specializzati nelle eventuali operazioni di bonifica, mezzi che seguono le operazioni fino alla loro conclusione, pronti a dispiegare i loro dispositivi di contrasto(panne galleggianti e assorbenti, skimmer per il recupero del prodotto in superficie e, ma solo in ultima analisi, prodotti disperdenti di ultima generazione, autorizzati dal Ministero dell’ambiente),
L’attuale regolamentazione, che ha come base la prima ordinanza del 2003, alla quale si sono affiancati ulteriori provvedimenti della Capitaneria di Porto e dall’autorità portuale savonese, ha ormai raggiunto un livello di qualità molto elevato; si è verificata nel tempo, grazie all’apertura dell’attività a tutte le società specializzate che lo avessero richiesto, una notevole crescita del numero di mezzi specializzati, sottoposti regolarmente ad attività addestrative e, nel caso di pochi giorni fa, testati positivamente anche nell’emergenza.
A dimostrazione ancora una volta che prevenire è sempre meglio che curare e che anche settori di attività potenzialmente inquinanti e pericolose possono operare con un elevato livello di sicurezza ambientale quando le amministrazioni pubbliche e gli operatori economici condividono gli stessi principi di base: le prime intervenendo con provvedimenti efficaci e con un costante controllo degli standard di sicurezza, i secondi comprendendo come un corretto investimento preventivo evita il rischio, a posteriori, di risarcimenti milionari e dell’arresto definitivo dell’attività.



