Savona. “Mi amareggia come italiano ma non mi sorprende affatto che la Corte europea dei diritti umani ha inviato il nostro Paese a risolvere il problema strutturale del sovraffollamento delle carceri, incompatibile con la Convenzione Ue. Ma ad essere degradanti non sono le carceri di Busto Arsizio e Piacenza, citate nella sentenza, dove anzi il Personale di Polizia Penitenziaria svolge ogni giorno un importante servizio di professionalità ed umanità: è l’intero sistema penitenziario al collasso, anche per le incapacità politiche ed istituzionali a risolvere il grave problema del sovraffollamento. La sentenza di Strasburgo punta clamorosamente l’indice sul grave sovraffollamento penitenziario e sottolinea l’illegittimità delle condizioni detentive per i ricorrenti. E la drammatica realtà delle carceri genovesi e liguri fa ragionevolmente pensare la presentazione di ricorsi analoghi a quelli dei detenuti di Busto Arsizio e Piacenza anche nella nostra Regione”. Lo dichiara Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
“L’emergenza carceri è sotto gli occhi di tutti: Marassi ha 456 posti letto e 750 detenuti presenti, Sanremo 209 posti e 337 presenze, Chiavari 78 posti e 94 detenuti, Pontedecimo 96 posti letto e 172 presenze, Imperia 69 posti e 120 detenuti, La Spezia 144 posti e 272 detenuti e Savona 75 detenuti per 36 posti letto regolamentari. Un detenuto su quattro è tossicodipendente, a lavorare è solo il 10% dei detenuti, gli stranieri sono oltre il 60% dei ristretti. Tutto questo ha determinato e determina carceri sovraffollate e tensioni continue. Un sovraffollamento degradante e costante, rispetto al quale che incide pesantemente anche sulle condizioni lavorative dei poliziotti. Dal 1 gennaio al 30 giugno 2012 in Liguria 21 detenuti hanno tentato il suicidio (erano stati 33 in tutto il 2011), 218 gli atti di autolesionismo – ingestione di corpi estranei, chiodi, pile, lamette, pile; tagli diffusi sul corpo e provocati da lamette – (che nel 2011 furono 317), 14 i ferimenti e 54 le colluttazioni: 6 sono state le morti per cause naturali. 3 le evasioni dopo aver fruito di permessi premi ed 1 dalla semilibertà mentre oltre 660 sono stati i detenuti della Liguria coinvolti in manifestazioni di protesta contro sovraffollamento, condizioni di vita intramurarie ed a favore dell’amnistia” aggiunge ancora Martinelli.
“Sono palesi ed evidenti le responsabilità e le incapacità del mondo della politica di apportare una riforma strutturale ed organica dell’esecuzione della pena. Non avere dato seguito al Ddl sulle pene alternative in carcere indica quale diffuso disinteresse hanno le criticità penitenziarie in Parlamento. Non crediamo che l’amnistia, da sola, possa essere il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore. Quel che serve sono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena: riforme che non vennero fatte con l’indulto del 2006, che si rileverò un provvedimento tampone inefficace”.
“Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia l’Italia rispetto al resto dell’Europa e costringe i poliziotti penitenziari a gravose condizioni di lavoro: lo ha confermato una volta di più la sentenza della Corte europea dei diritti umani, che potrebbe presto valutare analoghi ricorsi di detenuti della Liguria. Si deve potenziare maggiormente il ricorso alle misure alternative alla detenzione, espellere i detenuti stranieri e favorire nuovi circuiti penitenziari, che ad esempio permettano ai tantissimi tossicodipendenti oggi in cella di espiare la pena nelle comunità di recupero controllati dalla Polizia Penitenziaria” conclude il segretario del Sappe.