Savona. E’ chiusa l’indagine della Procura di Savona sulla vicenda delle case agricole di Verzi. Negli ultimi giorni dal sesto piano di palazzo di giustizia sono partiti ventotto avvisi di fine indagine che sono stati notificati alle persone coinvolte in questa vicenda che ruota intorno ad una presunta maxi lottizzazione abusiva.
Una storia che ha radici lontane visto che i primi nomi erano finiti nel registro degli indagati già nel 2010 quando i magistrati savonesi avevano puntato il mirino sulle ville “agricole” costruite negli ultimi 10-12 anni nella collina della frazione loanese. Tutto era nato da una serie di controlli fatti dalla polizia municipale su oltre un centinaio d’interventi edilizi a Verzi che avevano fatto emergere varie irregolarità. Diversi i reati, più o meno gravi, ipotizzati dalla Procura: si va dalla lottizzazione abusiva, alla falsificazione di documenti utilizzati per le comunicazioni al Comune, alla creazione di discariche non autorizzate, ma anche la mancata realizzazione del piano aziendale agricolo e la creazione di volumi non previsti. Fra le violazioni minori, di natura amministrativa, la mancata agibilità di case terminate e violazioni ambientali.
A finire nei guai, oltre che i proprietari di oltre due terzi delle case (alcune delle quali erano anche state sequestrate insieme a dei terreni), erano state anche alcune società immobiliari che avrebbero acquistato le aree sulle quali fare affari realizzando o facendo realizzare ville “agricole”. Non si sarebbe trattato insomma di singole operazioni immobiliari ma di una unica. Nella prima tranche dell’inchiesta erano finite sotto osservazione tutte le costruzioni ultimate o iniziate nella zona, circa 120, e in novanta casi sarebbero state rilevate irregolarità.
In particolare poi le abitazioni non avevano i requisiti previsti dalla normativa: per costruire una casa in zona agricola vincolata è necessario infatti presentare anche un Piano di gestione di un fondo di almeno 10 mila metri quadrati, non necessariamente confinante con essa. Molte delle ville “agricole” di Loano non lo avevano invece presentato e gran parte dei terreni poi non erano coltivati. Da qui era partita l’inchiesta che, nel tempo, aveva coinvolto uno dopo l’altro i proprietari delle case, gli amministratori delle società e anche l’assesore comunale di Loano Remo Zaccaria al quale viene contestato l’abuso d’ufficio per presunti illeciti su atti amministrativi riguardanti le autorizzazioni per la costruzione delle ville. Tre gli altri indagati figurano poi anche noti professionisti della zona come il notaio Fabrizio Marasco, che avrebbe certificato gli atti medesimi. Nelle società nel mirino degli inquirenti c’è la “Santa Libera srl” amministrata da Luigi Gaggero e Francesco Provaggi.