Savona Colpo di scena al processo per la vicenda della costruzione di 50 case cooperative di via Crispi a Pietra Ligure. Il procedimento si sarebbe dovuto aprire oggi ed invece è stato rinviato visto che, a sorpresa, due degli imputati, Renato Gariano e di sua moglie Silvana Colombo, hanno infatti presentato alla Corte di Appello di Genova una dichiarazione di ricusazione del Collegio del Tribunale (composto dai giudici Zerilli, Canepa e Meloni) che li deve giudicare. I tre magistrati infatti, nella fase di indagine preliminare della vicenda, si erano già pronunciati a proposito di un riesame su un sequestro preventivo di alcune quote societarie della cooperative edilizie.
Un verdetto che, secondo i legali di Gariano e Colombo (gli avvocati Ernesto Monteverde e Andrea Copello), basandosi su una sentenza della Corte Costituzionale (la 283 del 2000), permette di avanzare la richiesta di ricusazione. La mossa dei difensori, stamattina, ha quindi costretto i giudici a rinviare il processo al prossimo 19 dicembre in attesa del pronunciamento della Corte d’Appello che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta. La tesi degli avvocati della difesa è che i magistrati in quel contesto siano entrati nel merito della vicenda specificando che “il quadro indiziario emergeva con una certa chiarezza”, un giudizio che li renderebbe non idonei a decidere su questo procedimento.
Gariano, ex presidente del Consorzio regionale cooperative ligure, e la moglie, sono a giudizio con altre quattro persone: i tre ex presidenti delle cooperative edilizie (Domus Uno, Alfa Casa e Toirano Uno), Graziella Frasca, di 66, Emanuela Inchingolo, di 45, Claudio Baietto, di 59, e il direttore dei lavori del cantiere di via Crispi, Enrico Zunino, di 49. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di truffa, concussione e falso (Frasca per Alfa Casa; Inchingolo per Domus Uno; Baietto per Toirano Uno). In una delle udienze preliminari il giudice aveva disposto il sequestro conservativo di 8 milioni di euro dalle proprietà di Gariano e degli altri imputati sulla base della richiesta di 22 delle parti offese, assistite dall’avvocato Gianfranco Nasuti. Erano state circa una trentina delle 65 parti offese, all’inizio del procedimento, a decidere di costituirsi parti civili.
A Gariano, Zunino, Frasca e Baietto i pm titolari dell’indagine, Chiara Maria Paolucci e Danilo Ceccarelli, hanno contestato anche la truffa aggravata in merito ai contributi pubblici concessi alle cooperative, oltre al falso per aver dichiarato uno stato di avanzamento lavori non corrispondente al vero. Per Gariano, Frasca, Baietto e Inchingolo è stata contestata anche la concussione a seguito delle presunte minacce a danno dei soci in caso non avessero versato le somme richieste, senza contare l’impedimento sul controllo dei bilanci. Infine, sempre per Renato Gariano e la moglie, tra i reati contestati, anche l’utilizzo di materiale edilizio delle coop a scopi privati. Oltre al procedimento penale, per questa vicenda, resta pendente anche il procedimento civile avviato da un gruppo di soci, che sperano di poter recuperare quanto perso e vedere finite le proprie case.