Cronaca

Vittoria di Robert Kubica, anche i medici esultano: successo per il team Asl 2. Parlano Rossello-Lanza-Barabino

Pietra Ligure. Esultano con Robert Kubica i medici dello staff che, dopo il terribile incidente di Andora, lo hanno rimesso sulla strada del recupero funzionale degli arti flagellati diciotto mesi fa. La vittoria del pilota alla terza edizione della Ronde del Gomitolo di Lana, a Biella, risuona come un successo tra i camici bianchi del team sinergico Santa Corona – San Paolo che ha salvato il polacco dalla condanna al limbo sportivo.

Il professor Igor Rossello, specialista della chirurgia della mano, conferma: “E’ stata una sorpresa per tutti la vittoria di Kubica. Lo seguo ancora periodicamente e ho potuto apprezzare i progressi che ha fatto in questi lunghi mesi. Abbiamo verificato la ripresa delle parti martoriate dall’incidente, soprattutto i nervi: il recupero ha consentito il ritorno straordinario alla sensibilità della mano e delle dita in modo preciso. Le funzioni dell’arto potranno migliorare ancora”.

Per il driver polacco è stato un calvario in salito, ma affrontato con la rapidità che gli è propria del mestiere su pista. “Abbiamo anche visionato filmati sulla sua recente modalità di guida per analizzare e intervenire là dove fosse necessario – spiega il professor Rossello – Ha già fatto gare, non di grande rilievo, importanti, mentre il rally di ieri è stato la grande sorpresa”.

A Biella, a bordo di una Subaru Impreza Wrc, Kubica ha dominato la gara dal primo all’ultimo chilometro, vincendo tutte le quattro prove speciali. Prosegue Rossello: “Sicuramente la mano è in grado di svolgere funzioni adatte alla guida di F1. Si tratta di vedere come si adatta l’arto, da spalla a braccio a polso, all’abitacolo ridotto di una monoposto. Ci ha messo grande forza di volontà nel recupero, ma ricordo, che al di là dell’aspetto mediatico, ci sono molti casi in Italia. In molti hanno ripreso il loro lavoro, tornando alla vita e alle occupazioni. Molto spesso si riesce a recuperare”.

Lo stesso Kubica anche ieri ha ringraziato i medici liguri, del resto più volte aveva espresso gratitudine per come, quel 6 febbraio 2011, era stata affrontata l’emergenza. “Da sempre sostengo che la qualità dei medici italiani è eccellente – commenta il professor Rossello – Ho girato il mondo, ho lavorato negli Stati Uniti e mi sono confrontato con colleghi internazionali: posso dire che dove il medico italiano ha possibilità di esprire le sua capacità, mostra il suo valore. Siamo invece carenti, e catastroficamente, nella gestione politica della sanità”.

Per Francesco Lanza, direttore di Ortopedia e Traumatologia al Santa Corona, “una persona molto determinata come Robert Kubica ha il merito di aver raggiunto questi risultati”. “Con tutto il gruppo che l’ha trattato e operato – riferisce il primario – abbiamo contribuito al recupero delle sue condizioni. Siamo stati un presupposto. E’ giusto che persegua i suoi risultati ora. Dove ci sono possibilità di recupero, anche con competenze specialistiche, siamo sempre ottimisti. L’importante era superare le criticità acute”.

“L’organizzazione sanitaria di questi anni ha permesso di migliorare l’assistenza ai pazienti traumatizzati. Una buona amministrazione locale e coordinamento dei medici servono per impostare l’intervento in maniera adeguata. Speriamo che i tagli non siano pesanti al punto di compromettere i servizi che devono almeno mantenersi a questo standard” commenta Giorgio Barabino, responsabile del dipartimento di Emergenza nel nosocomio pietrese.

“Il Trauma Center – conclude il dottor Barabino – affronta casi frequenti molto complessi, con pazienti in rianimazioni per tempi lunghi. Certo che se poi un evento sportivo che vede Kubica vincente dà il riconoscimento, anche mediatico, al nostro lavoro quotidiano, siamo contenti”.

La vittoria nel rally biellese incoraggia le previsioni per un veloce ritorno in Formula 1. Dopo tanti mesi di riabilitazione, il pilota polacco non ha mai smesso di perseguire l’obiettivo del ritorno alla guida di una monoposto, per confermarsi come uno dei driver di maggior talento nel circus, testimoniando la voglia di vincere anzitutto sulle fatalità della vita.

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