Albenga. Procede come previsto il corso delle sedici tartarughe “Emys orbicularis ingauna” liberate nel sito naturale protetto alla confluenza dei torrenti Arroscia e Neva di Albenga. Gli esemplari hanno una marcatura di identificazione, un microchip e alcune sono dotate di una piccola radiotrasmittente per seguirne gli spostamenti in natura con tecniche di radio-tracking. Gli studiosi hanno cominciato a monitorare gli esemplari rilasciati.
La testuggine palustre originaria del territorio albenganese è appunto al centro del “Progetto Emys”, che vuole salvarla dall’estinzione. Il naturalista Dario Ottonello spiega le caratteristiche di queste tartarughe autoctone: “Si tratta di una specie a rischio di estinzione, anzi all’inizio degli anni Novanta di riteneva fosse scomparsa, prima di ritrovare fortunatamente alcuni esemplari nella zona del Centa. Da qui il progetto di tutela, protezione e riproduzione di questa sottospecie esclusiva del territorio ingauno”.
“Il maschio ha il piastrone concavo, la femmina piatto. Le femmine hanno la testa giallo limone, mentre i maschi scura: caratteri che si acuiscono nel periodo riproduttivo. Altra differenza: le femmine hanno il carapace più bombato, dovendo contenere le uovo, i maschi invece più piatto. Questi ultimi hanno una coda più spessa e larga alla base. Gli esemplari femminili sono leggermente più grandi di dimensioni; arrivano a 15 centimetri di lunghezza, per un peso di circa 500 grammi. I maschi raggiungono un massimo di 13 centimetri, per circa 300 grammi di peso” sottolinea Ottonello.
Presso il Centro Emys di Leca di Albenga continuano le attività di riproduzione e allevamento degli esemplari. Le uova, deposte nei mesi di giugno e luglio, vengono incubate al centro in condizioni molto simili a quelle naturali. I piccoli, come tanti altri in passato, trascorrono i primi anni di vita all’Acquario di Genova, in un ambiente a loro dedicato. Il personale dell’Acquario di Genova ne segue l’accrescimento ed effettua, quando necessarie, le terapie veterinarie. Trascorsi alcuni mesi di vita, tornano al Centro per un periodo di acclimatamento, al termine del quale vengono rilasciati in natura.







