Savona. “Non sarà con un pezzo di carta che si risolveranno i problemi d’integrazione: tra i miei studenti ho molti figli d’immigrati coi quali mi confronto quotidianamente circa le loro istanze e, posso affermare senza tema di smentita, che la cittadinanza sia l’ultimo dei loro pensieri. Vivono in Italia per costruirsi un’alternativa, tuttavia non dimenticando, né volendo formalmente cancellare la loro provenienza, addirittura non escludendo un futuro rientro in patria”. Così il consigliere comunale e segretario cittadino della Lega Nord Massimo Arecco commenta la volontà di Palazzo Sisto di istituire la cittadinanza onoraria per i figli nati dagli immigrati.
“Appare risibile oltreché inutile, credere che il conferimento onorario della cittadinanza ius soli, constando appunto in un mero pezzo di carta, giacché diversamente, ogni passo in più, andrebbe in contrasto con le vigenti norme, possa essere di aiuto nella ricerca del lavoro, della casa, ai problemi della viabilità, della burocrazia, etc. giacché questi sono i problemi che mi sottopongono, esattamente quelli che gravano sulla vita quotidiana dei cittadini savonesi” aggiunge Arecco.
“Dunque anziché perdere tempo in progetti dai contenuti astratti e demagogici, tempo perso in Consiglio Comunale e quindi remunerato coi soldi dei savonesi, non sarebbe meglio valutare in maniera più approfondita la politica economica attuata da questa Amministrazione? Non c’è stata data la possibilità d’un approfondimento sul bilancio dello scorso esercizio, parimenti sembra non siano contemplati spazi di manovra su quello in itinere: in sostanza, possiamo solo lamentarci degli sprechi che vediamo, ma non ci è consentito entrare nel merito delle singole poste di bilancio, per dar vita ad un confronto funzionale a tagli veri, con conseguente migliore ridistribuzione delle risorse”.
“Gli esempi non mancano: dall’eccessiva illuminazione delle gallerie, non ultima quella del sottopasso ferroviario di via Vittime di Brescia, con l’installazione di un numero di proiettori largamente superiore al dovuto; al costo – da appurare – delle licenze software dell’amministrazione, all’incidenza degli strumenti derivati per i quali sarebbe opportuno procedere ad una transazione sulla scorta di quanto fatto dal Comune di Milano.
Pensiamo ai tagli alle case di accoglienza per madri disoccupate e con figli; pensiamo alle case per quelle persone che non ne hanno di proprietà e che non possono permettersi gli affitti di mercato; a quelle famiglie abbandonate a sé stesse, con il carico di familiari affetti da alzheimer od altre patologie difficilmente compatibili con la convivenza a casa; pensiamo a quegli anziani che vivono, con costi altissimi, in strutture protette ed ora si ritroveranno anche la tassa sulla casa frutto d’una vita di lavoro. Son queste e molte altre le cose di cui dobbiamo occuparci, non perdere tempo sulla stesura di protocolli per benemerenze: con questa crisi e lo stato del bilancio comunale, saranno i savonesi ad interrogarsi a quale opera meritoria abbia lavorato l’Amministrazione”.
“Ancora una volta siamo dunque a gridare fatti e non parole: dateci l’opportunità di lavorare e, come abbiamo dimostrato nei fatti, non diremo no a priori, laddove l’interesse pubblico – dei cittadini e non dell’ente – prevalga davvero” conclude Arecco.