Savona. Quella di domani sarà un’altra giornata di sciopero nelle aziende metalmeccaniche savonesi. Dopo le manifestazioni dei lavoratori di Bombardier, Bitron, Continental, Trench Italia e Schneider Electric di Cairo Montenotte, infatti le iniziative di mobilitazione continueranno nelle imprese Cabur di Altare, Geal di Cairo Montenotte, Ocem Telerobot di Valleggia, EP Systems di Albisola, Omev di Vado Ligure dove verrà messo in campo uno sciopero di due ore.
Gli scioperi sono stati indetti per protestare contro la decisione del Governo di procedere con la riforma degli ammortizzatori sociali e dell’articolo 18: “Giudichiamo molto negative le proposte avanzate dal Governo in materia di mercato del lavoro perché non intervengono sulle problematiche che lo riguardano e le proposte ledono i diritti dei lavoratori” spiegano dalla segreteria Fiom-Cgil di Savona.
Secondo la Cgil nella proposta del Governo “non vengono cancellate le tante forme di lavoro precario che hanno svuotato di significato il Contratto a tempo indeterminato e fatto dell’Italia il paese più precario d’Europa; cancella la Cigs (cassa integrazione guadagni straordinaria) per cessazione di attività e la mobilità proponendo un modello di ammortizzatori che nei fatti riduce complessivamente le tutele, non determina una reale universalità nel sostegno al reddito, si fonda su un sistema puramente assicurativo e non prevede alcun intervento a carico della fiscalità generale; smantella, in modo inaccettabile, il diritto al reintegro previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa e apre, alla libertà di licenziamento”.
“Diciamo no perché la proposta del governo smonta l’articolo 18 – ribadiscono dalla segreteria provinciale della Fiom -. Si ritengono inadeguate le proposte finora avanzate dal Governo sul mercato del lavoro, conseguenza della logica che ha ispirato l’intervento sbagliato e inaccettabile effettuato sulle pensioni, che indica un obiettivo di superamento di un modello sociale solidaristico. L’obiettivo principale del governo sembra essere proprio quello di introdurre la libertà di licenziamento. La riforma è squilibrata anche per quanto riguarda il superamento del dualismo del mercato del lavoro”.
“Con la proposta di accordo viene meno l’effetto ‘deterrente’ dell’articolo 18. E’ anche molto significativo il fatto che la parte relativa all’articolo 18 non sia mai stata davvero messa in discussione e che il problema della lunghezza dei processi sia stato dirottato verso la riforma della giustizia. Come per le pensioni, ancora una volta i prezzi più alti si chiedono ai lavoratori” concludono dalla segreteria Fiom-Cgil.