Murialdo. Roberta si prepara ad un altro Natale senza il marito, così come a veder passare il secondo anniversario dalla sua scomparsa senza che nulla sia cambiato. “Nessuno ci ha detto formalmente che le indagini sono chiuse ma, in pratica, è così”, dice la donna senza però tradire alcuna rabbia, ma soltanto rassegnazione.
“Non ce l’ho con gli inquirenti – precisa Roberta – Anzi, hanno fatto davvero di tutto per arrivare ad un qualche risultato. La realtà è comunque dura da accettare: nessuna notizia e nessuna idea su quale fine abbia fatto Luca”.
Il 22 marzo 2010 Luca Salvatico è uscito dalla sua casa di Murialdo all’alba per andare al lavoro al Santa Corona di Pietra Ligure dove svolgeva la professione di infermiere. Qualche ora dopo la sua macchina è stata ritrovata abbandonata lungo la strada, in frazione Carpe a Toirano, con la portiera del passeggero ancora aperta, documenti, cellulari e sigarette abbandonate sul sedile, e inquietanti macchioline di sangue su parabrezza, specchietto retrovisore, radio e finestrino del passeggero (sangue appartenente appunto a Luca).
Giorni e giorni di ricerche in una zona che risulta essere molto impervia non hanno portato ad alcun risultato. Solo i cani hanno fiutato l’odore dell’uomo fino a circa un chilometro dal luogo del ritrovamento della sua Toyota, all’altezza della discoteca “Domina”. Poi, più nessuna traccia.
“A volte penso che sia andato semplicemente via, ma poi non credo sia possibile – continua Roberta – Anche i carabinieri mi hanno detto che, di solito, chi si allontana volontariamente dopo un po’ di tempo si fa sentire. Così non è stato. Non ho nemmeno ricevuto telefonate strane o mute. Niente di niente”.
“E’ brutto dirlo, ma la realtà è che ad una morte, prima o poi, ci si rassegna. A questo invece no. Io non ho spostato alcun oggetto, non mi sento di dare via la sua roba. Non perché io pensi che tornerà, ma perché vivo semplicemente sospesa, senza riuscire ad andare avanti”.