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Accusato di aver segregato in casa la compagna dopo averla picchiata: 32 mesi di reclusione a kosovaro

tribunale Savona

Savona. Due anni e 8 mesi di reclusione con il rito abbreviato. E’ questa la condanna inflitta questa mattina, in tribunale a Savona, a Sabah Gasi, il trentenne kosovaro che era stato arrestato il 25 aprile scorso dagli agenti della Questura con le accuse di sequestro di persona, violazione di domicilio, lesioni personali, omissione di soccorso e maltrattamenti in famiglia.

L’arresto di Gasi aveva preso le mosse dalla denuncia della compagna dell’uomo, una cinquantenne savonese (che nel procedimento si era costituita parte civile assistita dall’avvocato Luca Siccardi). Proprio in favore della parte offesa il giudice Donatella Aschero ha imposto al kosovaro il pagamento di una provvisionale di 18 mila euro (mentre il risarcimento sarà da concordare in sede civile).

Secondo quanto l’ex compagna di Gasi aveva riferito agli agenti, lei sarebbe stata picchiata e poi segregata in casa (per più di 14 ore) dal trentenne. In quel periodo, i due stavano insieme ma, da qualche tempo, sembra che le cose non andassero più molto bene: liti, discussioni ed incomprensioni che, il giorno di Pasqua, sarebbero sfociate nella violenza.

Il giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi aveva convalidato l’arresto e confermato la misura di custodia cautelare in carcere. Il kosovaro aveva cercato di giustificarsi e di respingere le accuse di violenza nei confronti della compagna. L’uomo aveva detto di averla colpita solo con uno schiaffo: i segni sul corpo della vittima però sembravano dire il contrario e confermare che è stata picchiata.

Per l’accusa (il pm Giovanni Battista Ferro aveva chiesto per lui una condanna a 4 anni), Sabah Gasi avrebbe colpito più volte la compagna arrivando anche a spegnere una sigaretta sulla sua gamba. Quando finalmente l’uomo era uscito di casa la vittima era riuscita a scappare e, dopo essersi fatta visitare, accompagnata dalla figlia, in ospedale (prognosi di 20 giorni), era andata in Questura a denunciare tutto. A quel punto i poliziotti, su disposizione del pm avevano arrestato il kosovaro. Era stato proprio il sostituto procuratore Ferro ad avanzare la richiesta di giudizio immediato per l’uomo che oggi si è conclusa con il rito abbreviato.